Un violento terremoto di magnitudo 6.6 ha scosso l’Indonesia nelle prime ore di giovedì, con epicentro al largo della costa occidentale di Sumatra. L’evento sismico, registrato a una profondità di circa 10 chilometri, ha provocato il crollo di edifici e frane in diverse aree della provincia di Aceh, causando almeno 19 vittime e centinaia di feriti. Secondo l’Agenzia nazionale per la gestione dei disastri, il sisma ha colpito soprattutto le comunità costiere, dove molte abitazioni non hanno resistito alla scossa. Le autorità hanno immediatamente evacuato migliaia di persone per il timore di un possibile tsunami, poi rientrato dopo le verifiche del centro di allerta del Pacifico. Le immagini diffuse dai media locali mostrano strade spaccate, case ridotte in macerie e residenti che cercano di recuperare beni essenziali tra le rovine. Squadre di soccorso sono state inviate nelle zone più colpite, ma le operazioni risultano difficili a causa delle infrastrutture danneggiate e delle piogge torrenziali che ostacolano i collegamenti. Il presidente indonesiano ha espresso cordoglio per le vittime e ha promesso un sostegno immediato alle comunità colpite. “La priorità è salvare vite umane e garantire assistenza ai sopravvissuti”, ha dichiarato in un messaggio televisivo. Intanto, ospedali e centri di accoglienza sono stati allestiti per accogliere i feriti e gli sfollati. L’Indonesia, situata lungo l’Anello di Fuoco del Pacifico, è una delle aree più sismiche del mondo. Solo nel 2018 un terremoto e il successivo tsunami a Sulawesi causarono oltre 4.000 morti. L’evento di Sumatra riporta alla memoria la fragilità del Paese di fronte a catastrofi naturali e la necessità di rafforzare sistemi di prevenzione e risposta rapida.



