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Raid su Gaza e Beirut, 24 morti e decine di feriti: tra le vittime anche bambini. Israele uccide Tabatabai

lunedì, 24 Novembre 2025
2 minuti di lettura

La crisi in Medio Oriente compie un ulteriore salto di qualità dopo una notte di bombardamenti simultanei sulla Striscia di Gaza e su Beirut. L’esercito israeliano ha colpito in modo coordinato obiettivi palestinesi e libanesi, uccidendo 24 persone nella Striscia e il capo di stato maggiore de facto di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabai, in un attacco nel sud della capitale libanese. L’operazione, una delle più gravi condotte da Israele in territorio libanese negli ultimi mesi, ha fatto salire il livello dell’escalation e riacceso il timore di un conflitto su più fronti.
Secondo fonti mediche palestinesi, riprese da Al Jazeera, i raid delle ultime ore su Gaza hanno causato 24 morti e 87 feriti. Le operazioni israeliane hanno colpito Gaza City, dove undici persone – tra cui alcuni bambini – sono state uccise da un drone, la zona centrale di Deir el-Balah e il campo profughi di Nuseirat. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato che Israele continuerà “ovunque con la massima repressione”.
Intanto l’Idf ha comunicato il congedo dei vertici militari responsabili durante l’attacco del 7 ottobre, un gesto che appare come una presa d’atto delle falle di sicurezza di quell’evento ma che arriva in un clima politico già segnato da tensioni e accuse incrociate.

Ucciso Ali Tabatabai

A Beirut, l’aviazione israeliana ha colpito un edificio residenziale nella periferia sud, nel quartiere di Haret Hreik, uccidendo Haytham Ali Tabatabai, considerato il numero due di Hezbollah e capo militare de facto della milizia sciita sostenuta dall’Iran. Il bilancio complessivo del raid è salito a cinque morti e 28 feriti, secondo il ministero della Salute libanese.
L’Idf ha rivendicato l’attacco definendolo una “eliminazione mirata” di una figura chiave dell’apparato militare di Hezbollah. Il movimento sciita ha confermato la morte del comandante con una nota in cui definisce Tabatabai un “martire caduto per il Libano e per il suo popolo”.
Durissima la reazione delle autorità libanesi. Il presidente Joseph Aoun ha accusato Israele di aver dimostrato “la totale mancanza di volontà di fermare l’escalation” e ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire “con fermezza per fermare l’aggressione contro il Libano”.
Anche l’Iran ha condannato l’attacco, definendo l’uccisione di Tabatabai un “vile assassinio” e ribadendo il proprio sostegno alla “Resistenza Islamica libanese”.
Sul fronte diplomatico, una delegazione di dirigenti di Hamas è arrivata al Cairo per incontrare l’intelligence egiziana e discutere modalità per “contenere l’escalation” nella Striscia. Secondo Al-Hadath, i rappresentanti del movimento islamista vedranno anche i mediatori internazionali – Egitto, Qatar e Stati Uniti – per discutere il passaggio alla seconda fase del piano proposto dal presidente statunitense Donald Trump per il futuro di Gaza.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando dopo il vertice G20 in Sudafrica, ha dichiarato che Ankara sta valutando se partecipare alla futura forza internazionale di stabilizzazione per Gaza. Erdogan ha definito gli attacchi israeliani “un genocidio” e ha attribuito la responsabilità politica direttamente al primo ministro Benjamin Netanyahu. Israele ha già fatto sapere che non accetterà la partecipazione turca, nonostante il ruolo di Ankara nei negoziati sul cessate il fuoco.

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