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Donald Trump, Presidente USA

Piano di pace: Trump accusa Kiev di “mancanza di gratitudine”, ma in America c’è disappunto sulla bozza. L’Europa rilancia a Ginevra

Delegazioni nella città svizzera per una controproposta europea. Von der Leyen: si riconosca "la centralità dell'Ue”. Zelensky: “Fermare spargimento di sangue”
lunedì, 24 Novembre 2025
3 minuti di lettura

Le delegazioni ucraine, statunitensi ed europee hanno aperto nel vertice a Ginevra la fase più delicata dei negoziati sul piano di pace in 28 punti elaborato dall’amministrazione Trump. Sullo sfondo dei colloqui, il presidente Usa ha usato la sua piattaforma Truth per prendersela con la “leadership” ucraina, accusata di non mostrare alcuna gratitudine per il sostegno militare ed economico ricevuto da Washington. Sul tavolo non c’è più solo il testo americano. I governi europei hanno preparato una controproposta che tenta di correggere gli aspetti considerati più favorevoli a Mosca, soprattutto su confini e dimensioni delle forze armate di Kiev. Secondo documenti visionati da Reuters e Bloomberg, la bozza Ue respinge il tetto di 600 mila militari previsto dal piano Usa e propone un limite a 800 mila soldati “in tempo di pace”. Inoltre stabilisce che eventuali discussioni su scambi territoriali possano avvenire solo dopo la fine dei combattimenti e partendo dall’attuale linea di contatto, non da nuove cessioni di territori non occupati. La finestra aperta a Ginevra appare stretta. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che si dice “scettico” sulla possibilità di chiudere un accordo entro la scadenza indicata da Trump, riassume il sentimento diffuso nelle capitali europee: “Siamo ancora molto lontani” da quell’intesa che l’Ucraina invoca da mesi e che ogni notte di bombardamenti rende più urgente.

Garanzie di sicurezza e ruolo dell’Ue

La proposta europea chiede anche garanzie di sicurezza americane modellate sull’articolo 5 della Nato e l’uso dei beni russi congelati per finanziare ricostruzione e risarcimenti all’Ucraina, con un alleggerimento graduale delle sanzioni solo se il Cremlino rispetterà l’intesa. Da Johannesburg, dove si è chiuso il G20, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto di “rivedere in profondità” il piano Usa e ha ricordato che, quando si parla del futuro dell’Ucraina, “l’Ucraina deve essere al centro”; e che per la sicurezza europea “la Ue deve essere al centro”. La premier italiana Giorgia Meloni, che nelle prime ore di ieri ha telefonato a Donald Trump insieme al presidente finlandese Alexander Stubb, ha riferito di aver trovato “disponibilità” alla modifica della bozza: “Il tema non è lavorare su una totale controproposta, ci sono molti punti condivisibili, ha senso lavorare sulla proposta che c’è”. Dalle istituzioni comunitarie Ursula von der Leyen ha ribadito che i confini non possono essere cambiati con la forza e che la “centralità” dell’Unione dovrà essere pienamente riconosciuta in ogni accordo.

La posizione di Kiev

Da Kiev il tono è prudente ma aperturista. Volodymyr Zelensky ha riconosciuto che le proposte americane “possono tenere conto di una serie di elementi di fondamentale importanza per gli interessi nazionali”, sottolineando che l’obiettivo resta “fermare lo spargimento di sangue e garantire che la guerra non si riaccenda”. A Ginevra il capo di gabinetto Andriy Yermak parla di “discussioni molto costruttive” dopo il primo incontro con i consiglieri per la sicurezza di Regno Unito, Francia e Germania, mentre il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale Rustem Umerov si dice convinto che le bozze attuali “includano molte priorità ucraine” e che si possano compiere “ulteriori progressi”.

Le tensioni negli Stati Uniti

Molto diversa la musica negli Stati Uniti. Nel suo messaggio, Trump definisce la guerra “una catastrofe umanitaria” che non sarebbe mai iniziata se le elezioni del 2020 non fossero state, a suo dire, “truccate e rubate”, afferma di aver “ereditato” il conflitto da Joe Biden, accusa l’Europa di continuare a comprare energia dalla Russia e si lamenta perché la “leadership” ucraina non avrebbe mostrato “alcuna gratitudine” per l’aiuto americano. A Washington, però, crescono le perplessità: il Dipartimento di Stato ha smentito che il piano in 28 punti sia “una lista dei desideri russa”, dopo che alcuni senatori hanno riferito che lo stesso segretario di Stato Marco Rubio ha presentato il documento come una raccolta di richieste avanzate da Mosca più che come la posizione ufficiale degli Stati Uniti.

La guerra sul campo continua

Mentre la diplomazia discute di mappe e clausole, la guerra sul campo non si ferma. Ieri l’aeronautica ucraina ha denunciato una nuova ondata di attacchi notturni con quasi cento droni russi, 27 dei quali hanno colpito dodici località, tra cui Dnipro, dove almeno quattordici persone sono rimaste ferite in un condominio in fiamme. È salito a 34 il bilancio delle vittime del missile che martedì scorso ha distrutto un palazzo residenziale a Ternopil, nell’ovest del Paese: tra i morti ci sono sei bambini. Sul fronte opposto, le autorità russe accusano Kiev di aver colpito con i droni una grande centrale termoelettrica a Shatura, vicino a Mosca, provocando un vasto incendio e lasciando senza riscaldamento parte dei residenti.

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