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Irpinia, 45 anni dopo Mattarella richiama il Paese alla prevenzione

Il Presidente ricorda le vittime del sisma e sollecita sistemi più efficaci di monitoraggio e risposta. Fontana parla di memoria indelebile, La Russa invoca più sicurezza, Piantedosi omaggia una terra capace di rialzarsi
lunedì, 24 Novembre 2025
2 minuti di lettura

A quarantacinque anni dal terremoto che il 23 novembre 1980 colpì l’Irpinia, la Basilicata e parti della Puglia, causando la morte di circa tremila persone, migliaia di feriti e lasciando senza casa centinaia di migliaia di cittadini, il Paese ha ricordato ieri una delle sue tragedie più significative. Le istituzioni hanno rievocato quella notte e per rilanciare l’impegno sulla prevenzione e sulla cura del territorio. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dedicato all’anniversario una riflessione ampia, che ha contenuto tutti i temi centrali della memoria istituzionale: “Sono trascorsi quarantacinque anni da quel drammatico 23 novembre del 1980 in cui violente scosse sismiche colpirono l’Irpinia, la Basilicata e alcune aree della Puglia, causando la morte di circa tremila persone, migliaia di feriti e sfollati, milioni di cittadini bisognosi di aiuto”, ha ricordato il Capo dello Stato.
Mattarella ha sottolineato la risposta che il Paese seppe dare: “La risposta alla catastrofe da parte delle istituzioni e della società civile, dei tanti volontari che, mossi da un profondo spirito di partecipazione e solidarietà, accorsero in aiuto delle popolazioni locali, fu impegnativa e generosa”.

“Una pagina difficile”

Quella notte, ha aggiunto, rimane “una pagina difficile della nostra storia rimasta impressa nella memoria collettiva, richiamo costante alla necessità di adeguare sistemi di monitoraggio e di immediata reazione alle vulnerabilità a cui sono esposte parti del territorio italiano e al contempo sprone alla ricerca di soluzioni adeguate in materia antisismica per una ricostruzione che fosse anche rilancio delle aree interne del nostro Paese”. Mattarella ha concluso ricordando il significato della commemorazione: “La Repubblica commemora le sue vittime e si unisce al dolore dei familiari”.
Anche le altre istituzioni hanno richiamato l’importanza della prevenzione. Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha parlato di una ferita profonda, unita al ricordo della mobilitazione civile di allora e alla necessità di mantenere alta l’attenzione sulla sicurezza dei territori. Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha ribadito l’impegno per una prevenzione più ampia, richiamando le conseguenze durature del sisma sull’Appennino meridionale.

Infrastrutture sicure

Il Vicepremier Antonio Tajani ha ricordato le dimensioni della tragedia (tremila morti, quasi novemila feriti, 300mila sfollati) e ha sottolineato l’obbligo politico di intervenire sulle fragilità territoriali, contrastando lo spopolamento e garantendo infrastrutture sicure. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha richiamato i “novanta interminabili secondi” del sisma e la capacità dell’Irpinia di riorganizzarsi attraverso il lavoro delle comunità e la solidarietà nazionale.
Il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico Pino Bicchielli ha insistito sulla trasformazione della memoria in responsabilità, indicando la necessità di investimenti continui, controlli seri e una cultura del rischio diffusa.

Protezione civile

Il Deputato Toni Ricciardi ha ricordato l’eredità istituzionale del sisma, tra cui la nascita della moderna Protezione civile, puntando sull’importanza di scelte quotidiane di prevenzione. Dal mondo imprenditoriale, il Presidente di Unimpresa Paolo Longobardi ha rievocato la lentezza dei soccorsi e l’abbandono percepito dalle comunità, denunciando come la prevenzione debba diventare una politica continua e non emergenziale.

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