I primi risultati dell’indagine Istat 2025 sulla violenza contro le donne hanno delineato un quadro stabile nelle dimensioni complessive del fenomeno, ma con segnali di peggioramento in alcune fasce della popolazione, soprattutto tra le più giovani. Tra i 16 e i 75 anni, quasi 6,5 milioni di donne, pari al 31,9%, dichiarano di aver subito nel corso della vita almeno una forma di violenza fisica o sessuale. Il 18,8% ha subito violenze fisiche, il 23,4% violenze sessuali; tra queste, il 5,7% ha subito stupri o tentati stupri. L’indagine, la prima dopo quella del 2014, si è basata su interviste raccolte tra febbraio e aprile 2025 e ha rappresentato la nuova rilevazione nazionale più estesa sul tema. I dati provvisori saranno aggiornati nella pubblicazione definitiva prevista per il 2026, quando saranno integrati anche i risultati relativi alle donne straniere.
Violenza dentro e fuori la famiglia
La violenza è esercitata in larga parte da uomini conosciuti. Nel 26,5% dei casi gli autori sono parenti, amici, colleghi o persone frequentate abitualmente. La sfera affettiva resta però il luogo in cui la violenza è più diffusa e sistematica: il 12,6% delle donne che hanno o hanno avuto un partner riferisce violenze fisiche, sessuali o psicologiche da parte del compagno o dell’ex compagno. Gli ex partner sono responsabili della quota più alta di aggressioni e minacce gravi. Tra le forme di abuso rilevate all’interno della coppia, la violenza psicologica riguarda il 17,9% delle donne, quella economica il 6,6%, quella fisica il 5,8% e quella sessuale l’1,6%. La violenza assistita dai figli raggiunge il 5,4% delle madri coinvolte. In otto casi su dieci, la violenza subita dalle donne non è un episodio isolato ma si ripete nel tempo, provocando effetti rilevanti sulla salute fisica e mentale.
Giovani più esposte
La fascia 16-24 anni mostra i segnali più critici. Negli ultimi cinque anni, il 37,6% delle giovani ha subito violenze fisiche o sessuali, in netto aumento rispetto al 2014 (28,4%). Le violenze sessuali raggiungono il 30,8%, quasi il doppio rispetto alla precedente rilevazione. I livelli risultano particolarmente elevati tra le studentesse (36,2%). Inoltre una giovane su tre ha sperimentato forme di molestia digitale, incluse pressioni per inviare contenuti intimi, messaggi sessuali indesiderati e diffusione non autorizzata di immagini private. Il fenomeno, osserva l’Istat, si concentra soprattutto nei rapporti tra pari.
Un fenomeno ancora sommerso
Nonostante la maggiore consapevolezza del fenomeno, la denuncia rimane minoritaria. Solo il 13,3% delle donne vittime di violenza riferisce di aver denunciato almeno un episodio. Per le violenze commesse dal partner attuale, la quota scende al 3,8%.Gli stupri e i tentati stupri sono denunciati nel 21,6% dei casi, mentre meno del 10% degli atti di violenza fisica segnalati da partner ed ex partner arriva alle forze dell’ordine. Tra le motivazioni della mancata denuncia emergono paura, sfiducia nell’esito giudiziario e volontà di proteggere i figli o la famiglia.
Si registra però un cambiamento importante: aumenta la quota di donne che riconosce la violenza come un reato e non come un fatto “privato”. Tra le vittime di partner, il 36,3% dichiara di aver percepito le violenze come tali, in crescita rispetto al passato. Crescono anche le richieste di aiuto ai centri antiviolenza, che interessano l’8,7% delle vittime, valore quasi doppio rispetto al 2014.
Chi sono gli aggressori
Il quadro tracciato dall’Istat indica una distribuzione articolata degli autori. Gli sconosciuti rappresentano il 13,1% dei responsabili delle violenze fisiche e sessuali. I conoscenti (amici, colleghi, compagni di studio) pesano per il 26,5%. Nei casi di violenza sessuale grave, però, prevalgono partner ed ex partner. La violenza economica è invece quasi esclusivamente esercitata all’interno delle relazioni di coppia: l’81,7% dei casi coinvolge il partner o l’ex partner, e riguarda controlli sul denaro, limitazione dell’autonomia economica o sottrazione di risorse.
Prossimi passi dell’indagine
Il report provvisorio 2025 ha rappresentato la base della nuova analisi nazionale sul fenomeno. L’Istat completerà la raccolta con i dati relativi alle donne straniere, che evidenziano storicamente livelli più elevati di violenza, sia dentro sia fuori le mura domestiche. L’obiettivo è definire un quadro completo e aggiornato utile per valutare l’efficacia delle politiche di prevenzione e sostegno.



