Il Consiglio di Stato ha stabilito che i gestori degli affitti brevi devono identificare gli ospiti in modo diretto. La decisione di ieriha accolto quindi i ricorsi del ministero dell’Interno e di Federalberghi e ha ripristinato la piena efficacia della circolare del Viminale sul riconoscimento de visu, sospesa dal Tar Lazio il 27 maggio. Secondo i giudici, chi gestisce una struttura ricettiva deve verificare l’identità di ogni ospite accertando la corrispondenza tra il titolare del documento e la persona che accede all’alloggio. Non è sufficiente ricevere la copia del documento e inviare codici di accesso o istruzioni per aprire una keybox.
La sentenza ha chiarito che l’identificazione non deve avvenire esclusivamente in presenza fisica. È possibile eseguire il controllo anche da remoto, tramite sistemi di videocollegamento predisposti all’ingresso della struttura, purché consentano un riscontro immediato e certo dell’identità dell’ospite. Il principio si applica a tutte le forme ricettive: alberghi, B&B, affittacamere, residence, campeggi e unità utilizzate per le locazioni brevi.
“Confermata la linea del Viminale”
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sùbito dopo la sentenzaha detto che la pronuncia “conferma la linea sostenuta dal Viminale”, indicando come obiettivo una procedura uniforme per l’intero comparto. Per il dicastero l’obbligo di riconoscimento diretto garantisce un livello di tutela ritenuto necessario nei contesti con elevato ricambio di ospiti. Federalberghi ha definitola sentenza un chiarimento rilevante per il settore. Il Presidente Bernabò Bocca ha spiegato che la verifica dell’identità degli alloggiati tutela sia gli ospiti sia i residenti, in particolare nei palazzi dove la presenza di turisti è molto frequente. L’Associazione ha ricordato che negli alberghi questa procedura è applicata da sempre e che, in diverse occasioni, ha contribuito a individuare persone ricercate.
Confedilizia ha accolto la decisione perché riconosce l’uso delle tecnologie come modalità valida di identificazione. Il Presidente Giorgio Spaziani Testa ha osservato che la circolare del 18 novembre 2024 va aggiornata tenendo conto delle indicazioni del Consiglio di Stato, che ha ammesso la verifica tramite dispositivi digitali, purché idonei a confermare la corrispondenza tra ospite e documento. Secondo l’Associazione, questa interpretazione elimina equivoci e rende più semplice applicare regole omogenee in contesti diversi.
Disparità applicativa
Confindustria Alberghi ha considerato la pronuncia utile per rimuovere una disparità applicativa fra hotel e affitti brevi e afferma che il tema della sicurezza è centrale sia per i turisti sia per i residenti e ha ribadito l’apertura all’utilizzo di strumenti tecnologici, a condizione che garantiscano controlli efficaci e tracciabili. La decisione dei giudici di Palazzo Spada ha richiamato inoltre il ruolo della pubblica sicurezza nel controllo degli alloggiati. La trasmissione dei dati alle forze dell’ordine resta obbligatoria, ma la sentenza ha precisato che questo adempimento non può sostituire la verifica dell’identità. L’accertamento deve avvenire prima dell’accesso alla struttura, impedendo l’ingresso a chi non fornisce un’identificazione conforme alle regole.



