La giustizia filippina ha emesso una sentenza storica: Alice Guo, ex sindaca della città di Bamban, è stata condannata all’ergastolo con l’accusa di spionaggio a favore della Cina e di corruzione sistematica. Il caso, che ha scosso l’opinione pubblica nazionale, è stato definito dal procuratore generale Menardo Guevarra “un campanello d’allarme sulla vulnerabilità delle istituzioni locali”. Secondo l’accusa, Guo avrebbe utilizzato la sua posizione per agevolare l’installazione di infrastrutture tecnologiche sospette e per fornire informazioni strategiche a Pechino, mascherando le operazioni sotto la copertura di investimenti economici. Le indagini hanno rivelato legami diretti con società cinesi coinvolte in attività di intelligence e un flusso di fondi illeciti verso conti offshore. Il tribunale di Manila ha stabilito che Guo “ha tradito la fiducia dei cittadini e compromesso la sicurezza nazionale”. La condanna all’ergastolo è stata accompagnata dalla confisca dei beni e dall’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il presidente Ferdinand Marcos Jr. ha commentato la sentenza definendola “un segnale forte contro l’ingerenza straniera e la corruzione interna”. La decisione ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato, gruppi civici e associazioni per la trasparenza hanno applaudito la fermezza della giustizia; dall’altro, alcuni osservatori temono un inasprimento delle tensioni diplomatiche con la Cina. Il caso Guo ha avuto un impatto profondo anche sul piano politico. Molti sindaci e governatori locali hanno chiesto maggiori controlli sui finanziamenti esteri e sulle procedure di candidatura, mentre il Senato ha avviato un dibattito su nuove leggi per prevenire infiltrazioni straniere nelle istituzioni. La condanna di Alice Guo segna un precedente senza pari nelle Filippine: mai prima d’ora un sindaco era stato accusato e condannato per spionaggio internazionale.
Filippine, ergastolo per Alice Guo: il “sindaco spia cinese” condannato per tradimento e corruzione
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