In un momento di alta tensione diplomatica, il presidente USA, Donald Trump, ha respinto le conclusioni dell’intelligence statunitense secondo cui il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman sarebbe stato a conoscenza — o addirittura mandante — dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuto nel 2018 nel consolato saudita di Istanbul. “Molte persone non apprezzavano il signore di cui state parlando,” ha dichiarato Trump durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, riferendosi a Khashoggi. “Che vi piaccia o meno, sono successe delle cose. Ma bin Salman non ne sapeva nulla. E possiamo lasciare le cose così. Non c’è bisogno di mettere in imbarazzo il nostro ospite con una domanda del genere”. Il presidente ha accolto bin Salman con tutti gli onori riservati ai capi di Stato, sottolineando la solidità dell’alleanza tra USA e Arabia Saudita. “È un leader rispettato, un mio grande amico, un uomo che ha fatto cose incredibili per i diritti umani,” ha aggiunto Trump, elogiando le riforme sociali e gli investimenti promessi dal regno. Secondo Trump, le accuse dell’intelligence sono “speculazioni politicizzate” che rischiano di compromettere relazioni strategiche fondamentali. “Non possiamo basare la nostra politica estera su supposizioni,” ha detto, ribadendo che “gli Stati Uniti devono pensare in grande, non in piccolo”. L’incontro con bin Salman ha portato alla firma di accordi commerciali e di difesa per oltre 1.000 miliardi di dollari, inclusi investimenti in infrastrutture, energia e tecnologia. Il presidente ha sottolineato come la cooperazione con Riad sia “essenziale per la stabilità del Medio Oriente e per la sicurezza globale”. Le critiche non sono mancate, soprattutto da parte di attivisti per i diritti umani e di alcuni membri del Congresso. Ma Trump ha ribadito la sua linea: “La leadership richiede pragmatismo. E io non permetterò che la nostra politica venga dettata da chi vuole sabotare le relazioni internazionali per guadagni politici.”



