Non solo discoteche, via libera dalle regioni anche a sagre e fiere di Paese visitate ogni estate da circa 8 italiani su 10 che partecipano agli eventi enogastronomici e folkloristici locali organizzati da nord a sud che raccontano le bellezze della Penisola e le sue tradizioni. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti/Ixè sugli effetti delle ordinanze regionali dalle regionali che in molti casi si sono avvalse della possibilità di anticipare le aperture nel rispetto del nuovo Dpcm dell’11 giugno. Dalla Lombardia al Veneto, dall’Emilia Romagna alla Liguria, dalla Toscana alla Calabria fino alla Sicilia sono infatti numerose le regioni che secondo il monitoraggio della Coldiretti hanno deciso per la possibilità di organizzare fiere e sagre locali sul proprio territorio già a partire dall’inizio di questa settimana, nel rispetto delle linee guida sulle misure di prevenzione adottate dalla Conferenza Stato Regioni.
Una mossa necessaria per cercare di dare un impulso al turismo dopo i risultati poco incoraggianti del mese di giugno in cui appena 3,1 milioni di italiani hanno deciso di fare una vacanza, anche breve, meno della metà dello stesso periodo dello scorso anno (-54%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.
Le presenze nazionali non riescono a colmare il vuoto lasciato dagli stranieri sui quali grava una pesante incognita con gli arrivi completamente fermi soprattutto per i turisti provenienti da Paesi extracomunitari come Giappone, Cina e Stati Uniti mentre segnali ancora deboli arrivano da Germania e Nord Europa.
“Le sagre sono dunque un’opportunità importante soprattutto in quei territori dove si sta tornando alla normalità per sostenere – spiega Coldiretti – la ripresa delle attività economiche ma anche per contribuire in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane alleggerendo gli affollamenti nei luoghi turistici più battuti, dal mare e nelle città d’arte”.
Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono dedicate a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale che sono molto spesso al centro dei festeggiamenti che si concentrano in primavera, estate ed autunno.
Un momento conviviale alternativo che riguarda più spesso le aree interne meno battute dove si va a guardare, curiosare fra le bancarelle e magari anche acquistare qualcosa, spesso prodotti del territorio. Infatti il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. (Italpress)