L’incubo dei rapimenti scolastici è tornato a colpire il nord-ovest della Nigeria. All’alba di lunedì, un commando armato ha fatto irruzione nella Government Girls Comprehensive Secondary School di Maga, nello Stato di Kebbi, sequestrando 25 studentesse e uccidendo il vicepreside dell’istituto, Malam Hassan Yakubu Makuku, che ha tentato di opporsi all’assalto. Secondo la polizia locale, l’attacco è avvenuto intorno alle 4 del mattino, quando gli aggressori, “equipaggiati con armi sofisticate e tatticamente coordinati”, hanno scavalcato la recinzione della scuola e aperto il fuoco contro le guardie di sicurezza. Una di queste, Ali Shehu, è rimasta ferita. Le ragazze sono state prelevate dal dormitorio e condotte verso una destinazione sconosciuta. Le autorità sospettano che dietro l’attacco ci sia una delle bande criminali che operano nella regione, note per sequestrare studenti a scopo di riscatto. Negli ultimi anni, il nord della Nigeria è stato teatro di numerosi rapimenti di massa, spesso attribuiti a gruppi armati non direttamente legati al jihadismo ma motivati da interessi economici e controllo del territorio. Il governo federale ha condannato l’attacco e promesso un’operazione congiunta tra esercito e polizia per liberare le ragazze. “Non ci fermeremo finché non saranno tutte riportate a casa sane e salve,” ha dichiarato il governatore dello Stato di Kebbi, Nasir Idris. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle scuole nel nord del Paese, dove molte famiglie temono di mandare le figlie a studiare. Amnesty International ha denunciato “l’ennesimo fallimento dello Stato nel proteggere i minori”, mentre l’UNICEF ha chiesto un intervento urgente per garantire il diritto all’istruzione in condizioni di sicurezza. A dieci anni dal rapimento delle ragazze di Chibok da parte di Boko Haram, la Nigeria si ritrova ancora una volta a fare i conti con la violenza e l’impunità. E le famiglie di Maga, oggi, vivono ore di angoscia e attesa.



