Una serie di raid condotti dalle autorità per l’immigrazione ha portato all’arresto di decine di persone nella giornata di venerdì, in quella che il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale ha definito “un’operazione mirata per la tutela della sicurezza pubblica”. L’intervento ha coinvolto diversi quartieri della città, con agenti dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) supportati da unità locali. “Vogliamo garantire che gli americani siano al sicuro e che le minacce alla sicurezza pubblica siano rimosse,” ha dichiarato la portavoce Tricia McLaughlin, sottolineando come l’operazione sia stata pianificata da settimane. Secondo fonti interne, gli arresti hanno riguardato principalmente individui con precedenti penali o con ordini di espulsione pendenti. Charlotte, amministrata da un sindaco di area democratica, è da mesi al centro del dibattito nazionale sull’immigrazione. In estate, un episodio di violenza — l’accoltellamento di una donna in metropolitana da parte di un senzatetto con problemi psichiatrici — ha riacceso le polemiche sulla gestione della sicurezza urbana. Le operazioni hanno suscitato reazioni contrastanti. Alcuni residenti hanno espresso sollievo per l’intervento, mentre associazioni per i diritti civili denunciano “una campagna di intimidazione” che colpisce indiscriminatamente le comunità migranti. “Queste azioni non rendono la città più sicura, ma più divisa,” ha dichiarato Maria Torres, attivista locale. Il presidente Donald Trump, che ha rilanciato la sua linea dura sull’immigrazione in vista delle elezioni del 2026, ha espresso sostegno all’operazione, definendola “un passo necessario per ripristinare l’ordine”. Secondo dati federali, nel 2025 sono già oltre un milione gli immigrati arrestati o espulsi dagli Stati Uniti. Charlotte si ritrova così al centro di una battaglia politica e sociale che travalica i confini locali. E mentre le autorità promettono nuovi interventi, le comunità migranti si preparano a resistere.



