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Papa Leone XIV

Papa Leone XIV: “L’individualismo seduce, ma divide. Così crescono muri e diffidenze”

All’inaugurazione dell’Anno Accademico alla Lateranense il Pontefice richiama università e Chiesa a una cultura della fraternità, difende il rigore della ricerca e invita a formare persone capaci di costruire il bene comune
sabato, 15 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Ieri, all’inaugurazione dell’Anno Accademico della Pontificia Università Lateranense, Papa Leone XIV ha lanciato un avvertimento contro l’eccesso di individualismo che attraversa le società contemporanee. Un fenomeno che, secondo il Pontefice, sta ridefinendo non solo i rapporti personali, ma anche il modo in cui si vive nelle comunità, nella Chiesa e nelle istituzioni educative: “Il fascino dell’individualismo come chiave per una vita riuscita ha risvolti inquietanti: alimenta il primato dell’io, indebolisce la cooperazione e fa crescere pregiudizi e muri nei confronti degli altri, soprattutto di chi è diverso”, ha affermato davanti a docenti, studenti e autorità civili e religiose.

Il Papa, nel ripercorrere la storia della Lateranense, definita dal suo predecessore Giovanni Paolo II ‘l’Università del Papa’. ha ricordato la missione unica dell’Ateneo: essere un luogo in cui il magistero pontificio viene studiato, sviluppato e tradotto nelle sfide della contemporaneità. Per il Santo Padre l’università deve diventare “uno spazio che guarda con occhi e cuore al futuro”, capace di affrontare con coraggio i nodi culturali di una società segnata da frammentazione, conflitti e rapidi cambiamenti.

Cultura della fraternità

Richiamando l’enciclica ‘Fratelli tutti’, il Vescovo di Roma ha invitato a contrastare il “virus dell’individualismo radicale”, promuovendo invece una cultura della reciprocità e della fraternità: “La formazione accademica ci aiuta a uscire dall’autoreferenzialità e a costruire relazioni autentiche, basate sulla gratuità”, ha detto. La stessa composizione internazionale della Lateranense, con studenti e docenti da tutti i continenti, è per lui un “segno profetico di comunione”, un modello di incontro tra differenze che la Chiesa deve custodire e rilanciare.

Nella seconda parte del discorso il Papa ha posto l’accento sulla necessità di difendere la scientificità dello studio e della teologia, avvertendo contro un rischio molto diffuso: “Semplificare ciò che è complesso per evitare la fatica del pensiero”. Una deriva che, secondo il Papa, può portare ad approcci pastorali superficiali, privi di rigore e quindi inefficaci. “La ricerca è indispensabile. Abbiamo bisogno di laici e preti preparati, capaci di confrontarsi seriamente con le scienze, con la storia e con le ferite del mondo”.

Bene comune

Prevost ha poi parlato del bene comune come obiettivo ultimo della formazione: l’università, ha spiegato, deve formare persone che mettano al centro “verità, giustizia e gratuità”, e che siano in grado di costruire una società più solidale. Citando il teologo Marcello Bordoni, Leone XIV ha invitato studenti e docenti alla “fatica del concetto”, cioè al dialogo tra fede e mondo reale, senza paura delle domande e delle sfide di oggi. In conclusione il Sua Santità ha espresso vicinanza e fiducia alla Lateranense, incoraggiandola a immaginare “i cammini del cristianesimo del futuro” e a contribuire, con il proprio lavoro culturale e spirituale, alla crescita di un’umanità più fraterna, meno solitaria e più capace di riconoscere nell’altro, e soprattutto nel diverso, non una minaccia, ma un dono.

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