Nuova notte di bombardamenti su Kiev. La Russia ha lanciato un attacco su vasta scala con 430 droni e 18 missili, secondo l’Aeronautica ucraina. Gli allarmi sono iniziati poco dopo mezzanotte e hanno interessato l’intero Paese, con esplosioni registrate in almeno otto distretti della capitale. Il bilancio provvisorio parla di quattro morti e oltre quindici feriti. Colpite abitazioni, grattacieli, una struttura medica e diversi edifici amministrativi. Ampie zone della città sono rimaste senza corrente e riscaldamento.
Secondo il sindaco Vitali Klitschko, undici palazzi residenziali sono stati danneggiati dai detriti dei droni abbattuti. A Solomyansky un incendio ha coinvolto il tetto di un condominio, mentre nei quartieri di Dniprovskyi e Podilskyi sono stati centrati altri edifici. L’attacco ha preso di mira anche la rete energetica, con nuovi blackout in arrivo in vista dell’inverno.
Raid anche nel sud del Paese. A Odessa un drone russo ha colpito il mercato di Chornomorsk, causando almeno due morti e sette feriti. Le autorità locali parlano di un attacco “cinico” contro un’area affollata nelle prime ore del mattino.
Sul fronte interno, Zelensky ha confermato che i russi continuano a premere su più direttrici, dalle regioni di Donetsk a quelle di Kharkiv e Zaporizhzhia. Nelle ultime ventiquattr’ore a Zaporizhzhia si contano 731 attacchi e quattro vittime civili.
La situazione più critica resta però quella di Pokrovsk, città semicerchiata nella regione di Donetsk. Per la prima volta il presidente ha evocato la possibilità di un ritiro. “La situazione è molto difficile, la decisione spetta ai comandanti sul campo. Nessuno obbliga i nostri soldati a morire per delle rovine”, ha detto in un’intervista a Bloomberg. Secondo Zelensky, Mosca punta a conquistare Pokrovsk per presentarla come una vittoria strategica a Donald Trump e spingere per una pace sfavorevole a Kiev.
Più a sud, il fronte dimenticato di Huliaipole e delle vaste pianure che separano Donetsk, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk continua a sgretolarsi. Secondo analisi del Kyiv Independent, la Russia ha accelerato l’avanzata in quest’area poco urbanizzata e scarsamente difesa, attraversando anche il fiume Yanchur. Se le truppe russe riuscissero a spingersi fino a Orekhov e più oltre, la difesa della città di Zaporizhzhia potrebbe entrare in crisi.
Sotto i droni, la pressione è costante. “Volano ventiquattr’ore su ventiquattro per saturare le nostre difese”, raccontano i militari nella regione di Dnipro. Nei villaggi si scava senza sosta per nuove trincee.
Nella notte Kiev ha rivendicato un contrattacco: droni ucraini hanno colpito un terminale petrolifero a Novorossiysk, sul mar Nero. Zelensky ha elogiato anche l’impiego dei missili Long Neptunes “contro obiettivi designati sul territorio russo”. Secondo il presidente, i sistemi Patriot e gli altri mezzi di difesa hanno abbattuto quattordici missili russi, tra cui due aerobalistici e sei balistici.
Il leader ucraino ha incaricato i diplomatici di informare i partner internazionali “sulla natura e sugli obiettivi” dei raid russi, sottolineando che Mosca continua a colpire in modo sistematico le infrastrutture civili per “far soffrire la popolazione”.
Intanto a Kiev restano attivi nuovi allarmi aerei per il rischio di ulteriori lanci di missili balistici. La capitale si prepara a un’altra notte difficile.



