Una precisazione attesa da mesi
Con il parere n. 35345/2025, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) ha finalmente sciolto un nodo cruciale per migliaia di dipendenti comunali e provinciali: le progressioni di carriera verticali negli enti locali.
Il contratto collettivo del 16 novembre 2022 aveva fissato al 31 dicembre 2025 il termine entro cui gli enti possono effettuare tali progressioni anche in deroga al titolo di studio, basandosi su criteri di valutazione e merito.
Il dubbio riguardava il significato concreto della scadenza: bisognava concludere tutto entro quella data o bastava avviare la procedura? L’Aran chiarisce che è sufficiente pubblicare l’avviso entro la fine del 2025. La conclusione potrà avvenire anche nel 2026.
Che cosa sono le progressioni tra le Aree
Nel pubblico impiego locale, le progressioni si distinguono in orizzontali, all’interno della stessa area, e verticali, cioè il passaggio da un’area all’altra (da Istruttore a Funzionario, ad esempio).
La deroga temporanea prevista dal CCNL 2022 permette fino al 2025 di valorizzare le competenze acquisite sul campo, anche in assenza del titolo accademico richiesto.
È una misura nata per premiare l’esperienza e la fedeltà amministrativa, offrendo una via di crescita a chi ha maturato capacità tecniche e gestionali ma non ha potuto completare percorsi universitari.
Si tratta di una scelta di buon senso, coerente con una visione meritocratica della pubblica amministrazione che premia il lavoro, non solo i titoli.
Un’interpretazione di pragmatismo amministrativo
La posizione dell’Aran rappresenta un approccio realistico e operativo.
Molti enti locali, infatti, rischiavano di non rispettare i termini per mere ragioni organizzative: le progressioni richiedono tempi lunghi, commissioni, bilanci e verifiche.
Stabilire che basti l’avvio formale entro dicembre 2025 evita blocchi e contenziosi e garantisce che l’opportunità concessa dal contratto non resti lettera morta.
È una decisione che rispetta lo spirito della norma e allo stesso tempo protegge la capacità amministrativa degli enti, spesso costretti a operare con organici ridotti e carichi di lavoro crescenti.
Le sfide per gli enti locali
Il chiarimento non esonera le amministrazioni da responsabilità. Ora serve pianificare con precisione le risorse economiche e umane necessarie.
Ogni progressione ha un costo strutturale che impatta sul bilancio del personale e deve restare entro i limiti di legge.
Inoltre, gli enti dovranno garantire criteri di valutazione oggettivi, basati su esperienza e performance, evitando favoritismi e discrezionalità.
Resta poi l’incognita del futuro: la deroga scadrà il 31 dicembre 2025 e non è certo che verrà prorogata. Chi vuole usufruirne dovrà muoversi subito, pubblicando i bandi entro l’anno.
Valorizzare il merito senza ideologia
Il parere dell’Aran segna un passo importante verso una pubblica amministrazione più meritocratica e concreta, che riconosce il valore del lavoro e dell’esperienza.
Non è un allentamento delle regole, ma un atto di buon governo, in linea con una visione di centrodestra responsabile: premiare chi serve lo Stato con dedizione, semplificare le procedure e garantire stabilità ai nostri enti locali.



