La crisi, iniziata il primo ottobre per il mancato accordo sul bilancio tra Congresso e Casa Bianca, sta generando effetti sempre più gravi. Secondo la Federal Aviation Administration, oltre 6.000 voli sono stati cancellati o ritardati in 40 dei principali aeroporti del Paese, tra cui New York, Chicago, Atlanta e Los Angeles. La carenza di controllori di volo e personale tecnico ha costretto le compagnie aeree a ridurre fino al 10% delle tratte, con disagi crescenti per milioni di passeggeri. Il ministro dei Trasporti ha avvertito che, se la situazione non si sblocca, si potrebbe arrivare al 20% di voli bloccati entro la prossima settimana. Ma il caos non si limita ai cieli. La Corte Suprema ha dato ragione all’amministrazione Trump, confermando la sospensione dei sussidi alimentari del programma SNAP, che garantivano buoni spesa a oltre 42 milioni di cittadini. La misura, giustificata dal blocco della spesa pubblica, ha sollevato forti critiche da parte delle associazioni per i diritti civili e delle organizzazioni caritative, che denunciano un aumento della povertà e dell’insicurezza alimentare. “Stiamo vedendo famiglie costrette a scegliere tra pagare l’affitto e mettere il cibo in tavola”, ha dichiarato un portavoce di Feeding America. Lo shutdown ha inoltre causato la chiusura di parchi nazionali, musei, uffici pubblici e il mancato pagamento degli stipendi a centinaia di migliaia di dipendenti federali. Con il Congresso ancora in stallo, non si intravede una soluzione immediata. Trump ha ribadito che non firmerà alcun bilancio che non includa i tagli richiesti alla spesa sociale e alle agenzie federali, mentre i Democratici accusano la Casa Bianca di “tenere in ostaggio il Paese per motivi ideologici”. La paralisi istituzionale americana, ormai ciclica, sta diventando un caso internazionale. Diversi leader europei hanno espresso preoccupazione per le ripercussioni economiche globali, mentre le borse reagiscono con crescente volatilità.



