Proseguendo nella descrizione di luoghi che evocano e simboleggiano cultura, bellezza, arte e scienza, ci accingiamo a segnalare al lettore il Castel del Monte a 18 km da Andria, nelle Murge pugliesi. Il proposito di trattare esaustivamente l’argomento è sicuramente ambizioso, data la varietà e complessità degli stimoli contenuti nell’opera. Ci accontenteremmo già se riuscissimo a creare in chi legge le giuste suggestioni per invogliarlo ed invitarlo ad approfondire le conoscenze su questo sito UNESCO (dal 1996) che si erge – visibile da molto lontano – su una collina alta 540 metri, dominante una grande pianura.
Storia di un’opera enigmatica
Il castello fu costruito tra il 1239 e il 1250 su ordine di Federico II di Svevia, non ha fossati né ponti levatoi, non è concepito per la difesa, è fatto di simboli geometrici, pietra pensante, manifesto di ragione, misura e luce. Non ci sono documenti che ne precisino la funzione ma la sua perfezione architettonica fa pensare a un edificio simbolico e rappresentativo, più che militare o difensivo.
Dunque non un rifugio di guerra, piuttosto un tempio del sapere, sospeso tra oriente e occidente, tra il medioevo e la modernità. È un luogo dove la matematica diventa arte e la geometria poesia. Quest’opera enigmatica, che va capita attraverso una chiave di lettura iniziatica, è eclettica perché racchiude, sintetizza e materializza architettonicamente razionalità, matematica, geometria, astronomia, arte e stile islamico, gotico e romanico.
Partendo dalla contemplazione della pietra lavorata ad arte, quest’opera immortale suscita curiosità esoterica, muovendosi attraverso razionalità, fascino, mistero, simbolismo, cabala e alchimia.
La struttura e i suoi simboli
L’opera ha una pianta ottagonale perfetta con otto torri pure ottagonali agli angoli. Le proporzioni e le simmetrie rispettano rapporti aurei e matematici di sorprendente precisione. L’interno è organizzato su due piani, con otto sale per livello, di forma trapezoidale o rettangolare, disposte secondo un ritmo armonico. Al centro un cortile, sempre ottagonale, aperto al cielo che diventa il cuore simbolico e luminoso del complesso. L’ottagono è simbolo di transizione tra il cerchio (il cielo) e il quadrato (la terra) e simboleggia un ponte tra il mondo umano e divino.
Il numero 8, che ricorre in tutta la struttura, rappresenta nella cabala il passaggio e il superamento dei limiti del mondo materiale, quest’ultimo, nella tradizione cabalistica, indicato dal numero 7. Inoltre, il numero 8 rappresenta l’equilibrio cosmico, la trascendenza e la trasformazione spirituale e, rovesciato orizzontalmente, simboleggia l’infinito.
La concezione cosmica
L’edificio è orientato secondo i punti cardinali e il sole e la luce giocano un ruolo attivo: durante i solstizi e gli equinozi, la luce attraversa porte e finestre creando allineamenti precisi e suggestivi. Questi giochi di luce non sono casuali ma esprimono una concezione cosmica e ciclica del tempo.
In sintesi, Castel del Monte è un luogo di conoscenza, una sintesi visiva del pensiero di Federico II: razionalità ed ordine (geometria perfetta); armonia universale (proporzioni auree); conoscenza e scienza (astronomia, matematica, filosofia naturale); fusione di culture (elementi romanici, gotici, islamici). Ogni pietra sembra riflettere l’ideale di un sovrano che cercava la verità nel numero, nella forma e nella luce.
Da Oriente a Occidente
Recenti studi del Politecnico di Bari hanno ipotizzato che l’edificio sia stato costruito secondo tecniche orientali, legate agli hammam arabi, che utilizzano l’acqua corrente, il vapore e le variazioni di temperatura tra gli ambienti. Se così fosse confermato, il castello sarebbe stato anche una residenza di rappresentanza termale per il benessere fisico e spirituale del sovrano e dei suoi ospiti.
Il genio di Federico II
Castel del Monte è il riflesso architettonico della personalità e della concezione politica di Federico II, illuminato sovrano “ante litteram”, che lo volle costruire. Egli visse tra il 1194 e il 1250, nacque a Jesi da Enrico VI di Svevia (figlio di Federico Barbarossa) e Costanza D’Altavilla. Ereditò dai genitori, con il beneplacito dei papi e della Chiesa, un regno straordinario: fu re di Sicilia, di Germania, d’Italia, di Gerusalemme e imperatore del Sacro Romano Impero. Si formò e crebbe a Palermo in maniera cosmopolita, sviluppando una mentalità laica e universale, favorito dalla presenza in Sicilia di costumi e popolazioni arabe, greche ed ebree, da ciascuna delle quali attinse i migliori insegnamenti.
La Chiesa e l’Imperatore, un rapporto difficile
Pur essendo stato voluto imperatore dalla Chiesa, ebbe un rapporto difficile con essa, venendo scomunicato e riconvertito per ben due volte; infine, nel 1245, papa Innocenzo IV nel Concilio di Lione gli diede la scomunica definitiva che portò alla rottura totale tra Impero e Papato. Fu perciò una figura rivoluzionaria e controversa per l’epoca: ebbe ammiratori e detrattori che, in un verso o nell’altro, ne alimentarono la leggenda, rendendo difficile il lavoro degli storici per una ricostruzione oggettiva del suo governo. Di certo fu appellato “stupor mundi” per la vastità del sapere, per la sua apertura alla diversità e per l’universalità e modernità del suo pensiero, tendente alla comprensione razionale e all’inclusione con civiltà diverse. Intratteneva rapporti e corrispondenza con sapienti e matematici ebrei e musulmani, si circondava di traduttori e filosofi ed egli stesso conosceva cinque lingue, tra cui l’arabo.
Matematica e bellezza
È proprio nel 1200 che la matematica araba prese piede in Occidente grazie anche alla figura di Leonardo Pisano, detto Fibonacci, che peraltro va ricordato per la scoperta del rapporto “magico” della sezione aurea. Tale studioso e il suo rapporto sulle proporzioni della bellezza meritano comunque trattazione singolare ed esclusiva.
Federico II dunque coltivò e diffuse matematica, geometria, astronomia, medicina e scienze naturali. Egli stesso scrisse un trattato di ornitologia De arte venandi cum avibus (L’arte della caccia utilizzando gli uccelli).
Promulgò nel 1231 le “Costituzioni di Melfi”, un codice di leggi moderno che centralizzava la figura dello Stato e della burocrazia.
L’Università di Napoli, i gioielli del sapere
Proprio per la formazione dei suoi funzionari comprese l’importanza della conoscenza e dell’istruzione come strumenti per un corretto sviluppo sociale, fondando l’Università di Napoli che ancora oggi è a lui intitolata: fu il primo istituto scolastico laico e statale. Ebbe atteggiamento tollerante e assorbente nel campo della politica e dei valori nei riguardi delle civiltà arabe, ebree e greche con cui si confrontava e anche nell’arte fuse, prendendo il meglio, lo stile romanico, gotico e islamico.
Dalla medicina all’astronomia
Attraverso gli scambi culturali (fece tradurre testi di algebra, ottica, medicina, filosofia, astronomia, dall’arabo e dal greco) stabilì proficui rapporti internazionali che scongiurarono conflitti e guerre. (Si pensi alla crociata chiesta dal papa per annettere e liberare Gerusalemme, vinta attraverso le relazioni diplomatiche e il profondo rapporto personale che aveva con il sultano egiziano al-Malik al-Kamil).
L’opera, la concezione politica e il governo di Federico II dunque si riflettono e si sintetizzano emblematicamente nella costruzione del Castel del Monte, che doveva essere la residenza di piacere e di cultura dell’Imperatore, contenente tutto il sapere e i segreti dei costruttori delle cattedrali e la sintesi delle scienze conosciute, attraverso il razionale e ordinato impiego della pietra, dell’aria (il cielo), dell’acqua, del fuoco e della luce.
Il suo lascito: l’universo della conoscenza che fece grande l’Occidente
Federico II, in sintesi, cercò di creare un impero universale basato su legge e sapere anziché su spada e fede.
Nel 1250, alla sua morte avvenuta a Castel Fiorentino (in Puglia, non lontano da Castel del Monte), l’impero svevo crollò. Tuttavia, l’idea federiciana del sapere e della conoscenza universale sopravvisse nel Rinascimento, quando umanisti, scienziati, artisti e politici ripresero gli ideali dell’imperatore filosofo, precursore dell’Illuminismo, della laicità e della scienza come metodo speculativo.
Il misterioso ed eclettico Castel del Monte rimane la testimonianza visibile e concreta di uno straordinario passaggio della storia dell’Occidente.



