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Gaza, gli Stati Uniti chiedono all’ONU una forza internazionale per due anni

Ancora bombe sulla Striscia, "distrutto l'81% delle strutture". Sì della Knesset alla pena di morte per i terroristi, ma solo se palestinesi. Coloni scortati assaltano la Moschea di Al-Aqsa
mercoledì, 5 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Gli Stati Uniti hanno presentato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una bozza di risoluzione che prevede la creazione di una forza internazionale con mandato di due anni per garantire la sicurezza e la gestione della Striscia di Gaza. Il testo, definito “sensibile ma non classificato”, assegna a Washington e ai paesi partecipanti ampi poteri di governo fino alla fine del 2027, con possibilità di proroga. Secondo un funzionario americano, la proposta costituirà la base dei negoziati dei prossimi giorni, con l’obiettivo di votare la risoluzione entro poche settimane e dispiegare le prime truppe a Gaza già da gennaio.Parallelamente, l’amministrazione Trump continua a esercitare pressioni su Israele affinché permetta l’ingresso nella Striscia ai giornalisti stranieri, esclusi dall’inizio del conflitto. Con il cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre e Israele ancora in controllo della parte orientale del territorio, Washington ha rinnovato la richiesta, pur riconoscendo che la questione non è al momento una priorità. Sempre secondo fonti israeliane, gli Stati Uniti starebbero inoltre spingendo per il passaggio sicuro di circa duecento miliziani di Hamas nascosti nei tunnel sotto le zone controllate dalle forze israeliane nel sud della Striscia, nel quadro della seconda fase del piano di pace in venti punti proposto dal presidente Trump.

L’ONU: “Gaza quasi rasa al suolo”

Il Centro satellitare delle Nazioni Unite ha diffuso un nuovo rapporto secondo cui circa l’81 per cento delle strutture di Gaza risulta danneggiato o distrutto. Nel solo nord della Striscia sono stati registrati quasi seimila nuovi edifici colpiti dal luglio scorso. In totale, oltre centoventitremila strutture risultano completamente distrutte, altre cinquanta mila gravemente o moderatamente danneggiate e ventiquattro mila potenzialmente compromesse. Il portavoce dell’ONU, Farhan Haq, ha dichiarato che “gli aiuti stanno finalmente raggiungendo un numero maggiore di zone”, ma ha sottolineato che la quantità di aiuti “resta insufficiente e non arriva a tutti”.

Guterres: “Rispetto del cessate il fuoco”

Da Doha, durante il Vertice mondiale per lo sviluppo sociale, il segretario generale Antonio Guterres ha espresso “profonda preoccupazione per le continue violazioni del cessate il fuoco a Gaza”, esortando le parti a rispettare integralmente le clausole dell’accordo di pace.
Nel suo intervento di apertura, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani ha chiesto alla comunità internazionale di “raddoppiare gli sforzi” per sostenere la popolazione palestinese, affermando che “non è possibile alcuno sviluppo sociale senza pace e stabilità”.

Raid e violenze in Cisgiordania

Nonostante la tregua, l’esercito israeliano ha condotto ieri sera nuovi raid aerei sulla parte orientale di Gaza City, mentre a Nablus due miliziani di Hamas sono stati catturati in operazioni sotto copertura dell’unità commando Duvdevan. Sempre ieri, la marina israeliana ha arrestato cinque pescatori palestinesi al largo della costa di Gaza City, secondo quanto riferito dall’Unione dei comitati dei pescatori locali. Nel frattempo, l’agenzia palestinese Wafa ha denunciato un nuovo assalto di coloni israeliani agli agricoltori che raccoglievano le olive a sud di Nablus. Dall’inizio di ottobre, secondo la Commissione per la resistenza al muro e agli insediamenti, si contano oltre duecentocinquanta attacchi contro i raccoglitori. Intanto aGerusalemme centinaia di coloni israeliani, scortati dalla polizia, hanno fatto irruzione nel complesso della Moschea di Al-Aqsa. Secondo Wafa, si tratta di circa quattrocentosessantacinque persone che hanno eseguito rituali talmudici e visite provocatorie nei cortili del luogo sacro, aumentando la tensione nella città vecchia. Un drone israeliano ha inoltre colpito un’autovettura nel distretto di Nabatieh, nel sud del Libano, ferendo gravemente una persona.

Pena di morte per i terroristi

Una commissione parlamentare israeliana ha approvato un disegno di legge che introduce la pena di morte obbligatoria per i terroristi palestinesi condannati per omicidio motivato da odio etnico o politico. La proposta, promossa dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, non si applica ai cittadini israeliani. Il testo passerà ora alla prima lettura alla Knesset. Ben Gvir ha minacciato di far cadere la coalizione di governo se il voto non avverrà entro domenica.

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