Gli Stati Uniti hanno inviato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una bozza di risoluzione per la creazione di una forza internazionale a Gaza con un mandato di almeno due anni, rinnovabile fino al 2027. Il documento, ottenuto da Axios, prevede che gli Stati Uniti e gli altri Paesi partecipanti assumano temporaneamente la gestione della sicurezza e del governo della Striscia, con l’obiettivo di stabilizzare il territorio dopo mesi di conflitto. Washington punta a un voto entro poche settimane e al dispiegamento dei primi contingenti già a gennaio.
Nonostante il cessate il fuoco, Israele ha condotto nuovi raid su Gaza City e Khan Younis. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, i bombardamenti hanno provocato vittime e feriti tra i civili. Nel frattempo, il Centro satellitare delle Nazioni Unite ha diffuso un rapporto che descrive una distruzione quasi totale: l’81% delle strutture di Gaza risulta danneggiato o raso al suolo, per un totale di circa 200 mila edifici.
Da Doha, durante il vertice mondiale per lo Sviluppo Sociale, il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha espresso “profonda preoccupazione per le violazioni del cessate il fuoco” e ha chiesto il rispetto degli accordi di pace. Le Nazioni Unite segnalano che gli aiuti umanitari stanno aumentando ma restano insufficienti. “Dobbiamo raggiungere ogni zona e ogni persona che ha bisogno di assistenza”, ha dichiarato il portavoce Farhan Haq, sottolineando la necessità di aprire nuovi valichi e garantire libertà di movimento alle organizzazioni internazionali.
L’amministrazione Trump ha rinnovato la richiesta a Israele di consentire l’ingresso dei giornalisti stranieri nella Striscia, considerata ormai più accessibile dopo la tregua del 10 ottobre. La Casa Bianca riconosce che la sicurezza resta problematica, ma insiste sulla necessità di trasparenza nelle aree sotto controllo israeliano.
Pena di morte per i terroristi palestinesi
In Israele, la Knesset si prepara a discutere una proposta di legge che introduce la pena di morte per i “terroristi” palestinesi. Il testo, voluto dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, non si applica però ai cittadini israeliani autori di crimini analoghi. “Qualsiasi terrorista che si appresti a commettere un omicidio deve sapere che esiste una sola punizione: la pena di morte”, ha dichiarato Ben Gvir, minacciando di ritirare il sostegno del suo partito al governo se la norma non verrà approvata entro la settimana. L’ultima esecuzione in Israele risale al 1962, con la condanna del criminale nazista Adolf Eichmann.



