0

Bombe e blackout su tutta l’Ucraina. Le richieste del Cremlino fanno saltare l’incontro tra Trump e Putin

Nuove vittime per gli attacchi russi su Kiev
sabato, 1 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Ieri la guerra è tornata a colpire con forza le città ucraine: raid missilistici e droni russi hanno provocato blackout diffusi e almeno nove vittime, mentre a Sumy i soccorritori hanno contato undici feriti, tra cui quattro bambini, dopo l’impatto su un condominio, case private e infrastrutture. Kiev respinge le voci di un accerchiamento su Pokrovsk ma ammette che la situazione operativa resta “difficile” lungo più settori del fronte.

Mosca da parte sua nega arretramenti e annuncia invece la presa di Novooleksandrivka, nel Dnipropetrovsk, conquista che però non risulta confermata dalle principali mappature open source, le quali indicano piuttosto pressioni russe a sud dell’abitato. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, accusa Ue e Ucraina di non perseguire una soluzione “equa” e rilancia condizioni che includono neutralità di Kiev, ripristino della lingua russa e riconoscimento delle “realtà territoriali” emerse con la guerra.

La notte ha visto quindi una fitta guerra di droni in entrambe le direzioni: la difesa russa sostiene di aver intercettato 130 UAV ucraini sopra Belgorod, Rostov, Volgograd e la regione di Mosca; a Oryol, un attacco ha danneggiato una conduttura di una centrale, costringendo a ridurre riscaldamento e acqua calda in vari quartieri. Dall’altra parte del confine, le autorità ucraine denunciano nuovi raid russi su infrastrutture civili a Sumy. Kiev rivendica l’iniziativa anche sul terreno giudiziario e sul fronte profondo.

Per la prima volta dall’inizio dell’invasione, l’Ucraina ha consegnato a uno Stato terzo, la Lituania, un ufficiale russo accusato di crimini di guerra per torture e trattamenti disumani a Melitopol; a Vilnius l’uomo è stato incriminato e posto in custodia cautelare. Sul piano militare, i servizi ucraini affermano di aver colpito dall’inizio dell’anno 160 impianti petroliferi ed energetici in Russia per ridurne la capacità bellica, e di aver distrutto nell’estate 2023 un missile da crociera “Oreshnik” in un’operazione congiunta SBU-GUR.

Missili INF e minaccia nucleare

Sul dossier missilistico si consuma un ulteriore strappo. Secondo fonti ucraine citate da agenzie internazionali, la Russia avrebbe impiegato il 9M729 — il sistema che portò Washington a uscire dal Trattato INF nel 2019 — in almeno 23 lanci da agosto; analisti indipendenti hanno riscontrato frammenti compatibili dopo un attacco del 5 ottobre a oltre 600 km dal territorio russo. Da Mosca nessuna conferma. Intanto Sergei Shoigu sostiene che “i test nucleari non si sono mai fermati” in nessun Paese, ma oggi si svolgono su base computazionale; parole che arrivano all’indomani dell’annuncio di Donald Trump sull’intenzione di riprendere test fisici per verificare l’efficienza degli arsenali.

Vertice Trump-Putin rinviato

La dimensione politico-strategica resta in movimento. Secondo il Financial Times, il vertice Trump-Putin previsto a Budapest sarebbe saltato dopo “richieste dure” di Mosca sulla guerra; il Cremlino invita però a diffidare delle ricostruzioni giornalistiche e a “far riferimento alle note ufficiali”. L’Ucraina, per bocca del capo di gabinetto Andriy Yermak, prova a serrare i ranghi dei partner: è in lavorazione un unico documento di pace con Stati Uniti, Ue e altri alleati, “non una gara di iniziative”, con il ruolo americano definito “cruciale”.

Sostegno europeo e nuovo pacchetto di sanzioni

In Europa prende forma la logistica della difesa: Bruxelles si appresta a presentare proposte per una rete di mobilità militare — corridoi, snodi ferroviari e un “pool di solidarietà” di navi, treni e camion — capace di spostare rapidamente mezzi pesanti oltre frontiera in caso di crisi, riducendo colli di bottiglia infrastrutturali e doganali. Sul fianco orientale, intanto, il premier ungherese Viktor Orbán annuncia che chiederà a Trump esenzioni dalle nuove sanzioni Usa su Rosneft e Lukoil, mentre il premier russo Mikhail Mišustin volerà in Cina il 4 novembre per vedere Xi Jinping, a conferma dell’asse energetico-industriale tra Mosca e Pechino.

Sul piano diplomatico, l’Unione europea ha ribadito il sostegno a Volodymyr Zelensky e ai suoi sforzi per una “pace giusta e duratura”. La Commissione, che ha appena varato il 19° pacchetto di sanzioni, evita dettagli sul percorso negoziale ma assicura continuità di assistenza militare, finanziaria e umanitaria. Dal lato commerciale, Bruxelles giudica “ingiustificati” i divieti unilaterali di Ungheria, Polonia e Slovacchia sui prodotti alimentari ucraini alla luce del nuovo accordo di libero scambio, aprendo un confronto con i tre governi per il ritiro delle restrizioni.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

“Ukraina – Stranieri amori alle soglie della guerra” di Gabriele Lanci

“Ukraina – Stranieri amori alle soglie della guerra”, edito dall’associazione…

“Save the Children”: 438 bambini morti a causa della guerra in Ucraina

Il report pubblicato da Save the Children, “Un pesante tributo:…