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Ucraina, 650 droni e missili russi contro la rete energetica. Blackout in tutto il Paese, tre morti tra cui una bambina

Trump: Usa e Cina lavoreranno insieme sulla guerra in Ucraina. Esercito ucraino: la Russia sta intensificando gli attacchi attorno a Pokrovsk
venerdì, 31 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Una pioggia di missili e droni ha colpito ieri notte le principali infrastrutture energetiche ucraine, provocando blackout in quasi tutte le regioni e lasciando il Paese in ginocchio alle soglie dell’inverno. Secondo Ukrenergo, si tratta del più vasto attacco degli ultimi mesi: centrali termoelettriche e depositi di energia sono stati danneggiati o distrutti in un’ondata di bombardamenti che ha causato almeno tre vittime — due uomini e una bambina di sette anni — e decine di feriti, tra cui diversi bambini. La premier ucraina Yulia Svyrydenko ha accusato Mosca di “voler sprofondare l’Ucraina nell’oscurità”. “Il suo obiettivo è spegnere la nostra luce. Il nostro è mantenerla accesa”, ha dichiarato, chiedendo “più difese aeree e sanzioni più dure”.

Zelensky: “Mosca vuole distruggere tutto”

Nel suo messaggio serale, Volodymyr Zelensky ha descritto un attacco “complesso e combinato”, con oltre 650 droni e 50 missili di vario tipo, inclusi Kinzhal ipersonici e Iskander balistici. “Molti sono stati abbattuti, ma ci sono state perdite e danni ingenti. A Zaporizhzhia e Ladyzhyn sono stati colpiti edifici residenziali e dormitori: sei bambini feriti, due morti. In tutto il Paese si lavora per ripristinare elettricità e acqua”, ha aggiunto.

Zelensky ha ringraziato gli alleati per le nuove misure restrittive contro la Russia: “Le sanzioni già in vigore costano a Mosca 50 miliardi di dollari l’anno. Ma serve ancora più pressione sull’industria del gas e del petrolio russa”. Il ministero della Difesa russo ha confermato i raid, affermando di aver “inflitto un massiccio attacco contro il complesso militare-industriale ucraino e le infrastrutture energetiche che ne garantiscono il funzionamento”.

Secondo Mosca, si tratta di una risposta “agli attacchi terroristici ucraini” su obiettivi civili in territorio russo. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha negato che si tratti di una nuova escalation: “Non c’è una corsa agli armamenti, e il dialogo con Washington non è a un punto morto”. Tuttavia ha confermato che “non sono in corso colloqui di disarmo” e che “non è in agenda una telefonata tra Putin e Trump”.

Pokrovsk e Kupiansk sotto pressione

Sul fronte orientale, gli scontri più duri si concentrano attorno a Pokrovsk e Kupiansk. Kiev riferisce di pesanti bombardamenti su Sloviansk e Zaporizhzhia: tre morti e undici feriti, tra cui sei bambini. L’esercito russo sostiene di aver circondato migliaia di soldati ucraini nella zona e accusa Kiev di aver “ucciso con droni nove commilitoni che volevano arrendersi”.

Putin ha ordinato una tregua di sei ore per consentire ai giornalisti stranieri di accedere alle aree di Pokrovsk e Kupiansk, “per verificare che le forze ucraine siano accerchiate”. Kiev parla di “propaganda di guerra”. Zelensky ammette la difficoltà della situazione: “A Pokrovsk la battaglia è durissima, ma difendiamo le posizioni. Continueremo a colpire a lungo raggio finché la Russia non porrà fine all’aggressione”.

Trump: “Lavoreremo con la Cina”

A bordo dell’Air Force One, Donald Trump ha dichiarato che Stati Uniti e Cina “collaboreranno per mettere fine alla guerra in Ucraina”. Dopo l’incontro con Xi Jinping a Busan, ha aggiunto che “stiamo parlando con la Russia sulla denuclearizzazione” e che il dialogo “non è morto”. Xi avrebbe espresso apprezzamento per “il ruolo costruttivo” di Washington nella ricerca di una tregua, ma la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, ha avvertito che “la Russia resta una minaccia per l’Unione” e che l’annuncio del test del missile nucleare Burevestnik “va nella direzione sbagliata”.

Europa e alleati

Il Giappone, nuovo alleato chiave degli Stati Uniti, ha comunicato che continuerà a importare gas naturale liquefatto dalla Russia, “per evitare rischi di carenza interna”. L’oligarca Leonid Mikhelson, capo di Novatek, ha definito “irrealistico escludere la Russia dal mercato globale del gas”, avvertendo che “un taglio totale porterebbe a una crisi mondiale dell’energia”.

In Europa, la Francia ha chiesto la liberazione dei “mille prigionieri politici” detenuti in Russia, tra cui Maria Ponomarenko e Alexeï Gorinov, denunciando “una spirale di repressione senza precedenti”. Intanto la Polonia ha rinviato la riapertura dei confini con la Bielorussia, in solidarietà con la Lituania dopo nuovi sconfinamenti di droni e palloni russi. Varsavia ha chiuso temporaneamente anche gli aeroporti di Lublino e Radom per garantire le operazioni dell’aviazione militare, dopo aver intercettato due velivoli russi sul Mar Baltico.

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