Washington ridurrà parte del personale militare dispiegato sul fianco orientale della Nato: Bucarest ha confermato ieri che verrà interrotta la rotazione di una brigata con elementi in più Paesi dell’Alleanza, mentre circa mille soldati statunitensi resteranno in Romania. Fonti Nato parlano di un semplice “adeguamento”: anche così, la presenza Usa in Europa “resta superiore ai livelli precedenti al 2022”. Per il ministero della Difesa romeno la scelta era “prevedibile”, alla luce del ribilanciamento verso i confini americani e l’Indo-Pacifico. Sul fronte strategico, Vladimir Putin ha annunciato ieri il collaudo del siluro autonomo a propulsione nucleare Poseidon, definendolo “senza eguali” e persino più potente dell’ICBM Sarmat. La mossa s’inserisce in una settimana di segnali muscolari del Cremlino, mentre una valutazione dell’intelligence Usa – riferita al Congresso – non rileva “alcun segno” che Mosca sia pronta a compromessi sull’Ucraina. La retorica resta quindi estremamente polarizzata. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov afferma che Mosca è pronta a impegnarsi “a non attaccare Paesi Nato o Ue” nell’ambito di future garanzie di sicurezza, ma accusa l’Europa di concepirle “contro” la Russia. Da Budapest, Viktor Orbán sostiene che l’Ue si sia “resa irrilevante” chiudendo i canali con Mosca. Dal versante statunitense, il vicepresidente J.D. Vance rivendica la ricerca di “relazioni produttive con Kiev e Mosca” per chiudere la guerra, intravvedendo “progressi” ma riconoscendo che “il presidente può solo aprire la porta”. Donald Trump, dall’Apec in Corea del Sud, assicura che “anche la guerra in Ucraina sarà risolta”, pur ammettendo che non è stato “così facile” come previsto.
Campo di battaglia
Nell’est del Paese la battaglia infuria intorno a Pokrovsk: Kiev parla di circa 11 mila militari russi schierati per tentare l’accerchiamento dell’area metropolitana e di infiltrazioni verso nord e nord-ovest. La comunità open source DeepState segnala interruzioni su una rotta logistica verso Myrnohrad e avverte: servono forze a livello di brigata per fermare ulteriori penetrazioni. A Kupiansk, invece, le Forze armate ucraine bollano come “fantasie” le parole di Putin sull’accerchiamento: truppe russe sarebbero nella parte settentrionale della città, ma senza chiusura del perimetro. Sul piano tattico continuano gli scambi a distanza: raid russi hanno danneggiato un impianto energetico nella regione di Odessa; a Kherson un colpo d’artiglieria ha gravemente colpito un ospedale pediatrico, con diversi feriti tra bambini e personale sanitario, episodio che Zelensky ha definito “un attacco deliberato contro i più piccoli”. Kiev rivendica a sua volta attacchi di droni in Crimea (depositi di carburante e un sistema antiaereo Pantsir) e contro siti industriali in Russia; Mosca riferisce di abbattimenti multipli di UAV anche nell’area della capitale e denuncia vittime civili a Belgorod. Varsavia ha reso noto l’intercettazione di un velivolo russo sul Baltico in spazio aereo internazionale.
Diplomazia, energia e sanzioni
Sul dossier energetico, il Giappone ha respinto la richiesta Usa di vietare le importazioni di Gnl russo, citando la necessità di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e i legami societari su Sakhalin-2. Da Bruxelles arriva la precisazione che le sanzioni europee non implicano lo stop al transito di gas verso Paesi terzi come la Serbia, ma l’aspettativa è che i Balcani occidentali accelerino l’allineamento al percorso europeo. A Washington, l’ambasciatore Usa presso la Nato Matthew Whitaker sollecita l’Unione a muovere per prima sull’uso dei beni russi immobilizzati (“140 miliardi”) per sostenere Kiev: “Un’opportunità per spingere Mosca al tavolo”. Dalla Germania, il ministro degli Esteri Johann Wadephul avverte che il prossimo inverno sarà decisivo per la capacità difensiva ucraina. Nel Baltico, la Lituania chiude per un mese il confine con la Bielorussia dopo ondate di palloni aerostatici con contrabbando, denunciando un “attacco ibrido”; previste eccezioni per Ue/Nato, residenti e casi umanitari, mentre restano aperti i corridoi ferroviari da e per Kaliningrad.



