“Le aree interne sono una materia scivolosa, perché definite da ciò che manca: servizi, crescita, persone. Se facciamo una mappa dei vuoti, non costruiamo futuro. Dobbiamo invece creare una mappa delle reti, per connetterle, rivitalizzarle e farne una leva di sviluppo”. Così il Presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha aperto oggi a Villa Lubin la giornata di studio ‘Aree interne, un nuovo paradigma di sviluppo: un mondo ‘non’ a parte’, dedicata al rilancio dei territori marginali e spopolati del Paese. Brunetta ha invitato a un cambio di prospettiva nel modo in cui si affronta la questione delle aree interne, sottolineando la necessità di “passare dalla logica dell’assenza a quella della connessione”. “Invece di partire da ciò che manca, dobbiamo valorizzare ciò che c’è – ha detto –. Penso alla rete dei Consigli regionali, con cui il Cnel ha siglato proprio ieri un protocollo d’intesa, alla rete delle quindici città metropolitane, ma anche a quelle talvolta dimenticate, come i Consorzi di bonifica, per i quali il Consiglio ha predisposto un disegno di legge specifico”.
Nel suo intervento, Brunetta ha richiamato l’importanza di mettere in relazione “tutti i pieni potenziali” del territorio: le Fondazioni bancarie, le Università popolari, le Dimore storiche, e le molteplici realtà locali capaci di attivare risorse e competenze. “In questo modo – ha spiegato – metteremmo in connessione non dei vuoti, ma delle reti di valore, in coerenza con il Piano strategico nazionale per le aree interne, per dare una risposta concreta ai processi di desertificazione economica e demografica”.
“Dall’abbandono alla ricostruzione”
Il presidente del Cnel ha definito questa visione una “rete di reti”, un modello capace di superare l’approccio emergenziale per costruire politiche di lungo periodo. “È un invito – ha concluso Brunetta – a partire dalla valorizzazione di tutte le reti disponibili, pubbliche e private, per innescare un processo non di abbandono ma di ricostruzione, sociale e territoriale. Le aree interne non sono un mondo ‘a parte’, ma un laboratorio di rinascita per l’Italia intera”.



