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Dmitry Peskov, Segretario di stampa Presidenziale Russa

Peskov: il vertice a Budapest non è “saltato”, “Ue non vuole la pace”

Trump: “La Cina sta riducendo l'acquisto di petrolio russo”. Il Cremlino annuncia: 5mila soldati ucraini circondati a Kupyansk. Mosca testa missile Burevestnik
lunedì, 27 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Il vertice Putin-Trump resta una possibilità, ma senza nessuna certezza. Ieri il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha chiarito che a Budapest non c’era una data fissata e che parlare di annullamento è scorretto, tuttavia, ha ribadito, l’incontro “non dovrebbe tardare troppo”. La linea è prudente: “I presidenti non si vedono per perdere tempo”, ha spiegato Peskov, indicando Sergei Lavrov e Marco Rubio come incaricati di preparare i dossier. Non tutti, ha aggiunto, vogliono davvero quel vertice. Lo stesso Peskov ha però gelato gli ottimismi: “Nessun progresso rapido verso la pace. Trump lo sa”.

Secondo il Cremlino l’Ue “è letteralmente impazzita” e da qui la decisione di “prendersi una pausa” sul percorso negoziale. Sullo sfondo, l’inviato economico Kirill Dmitriev denuncia “tentativi titanici” di sabotare il dialogo con gli Usa ma conferma incontri a Washington con funzionari dell’amministrazione. Dall’altra parte dell’Atlantico, Trump ha ribadito la condizione: non fisserà un nuovo faccia a faccia con Putin “se non ci sarà un accordo in vista” per l’Ucraina. In volo verso l’Asia, ha rivendicato la pressione economica su Mosca e ha detto che parlerà con Xi Jinping anche di petrolio russo, sostenendo che Cina e India stiano già riducendo gli acquisti. Mosca replica con il vicepremier Aleksei Overchuk: la Russia “si adatta sempre” alle sanzioni e non si può trattarla “con il linguaggio delle minacce”.

Il fronte

Mentre le diplomazie si rincorrono, la guerra continua. Nella notte tra sabato e domenica la Russia ha lanciato 101 droni contro l’Ucraina; 90 sarebbero stati abbattuti o soppressi, ma cinque velivoli hanno colpito obiettivi in quattro località. A Kiev si contano tre morti e 29 feriti, tra cui bambini. L’Unicef ha parlato di “notizie terribili”, chiedendo di fermare gli attacchi. Il presidente Volodymyr Zelensky denuncia la strategia russa di massimizzare il danno alla vita quotidiana: in una settimana, quasi 1.200 droni d’attacco, oltre 1.360 bombe guidate e più di 50 missili contro infrastrutture e aree residenziali. Kiev invoca l’allineamento delle sanzioni tra G7 e partner e insiste sui Patriot per la difesa aerea. Sul terreno prosegue la pressione russa a est.

Lo Stato maggiore ucraino segnala circa 200 soldati russi ammassati a Pokrovsk, snodo logistico del Donbass. Il Cremlino rilancia numeri molto più ampi, difficili da verificare: fino a 5.000 ucraini accerchiati nell’area di Kupyansk e 5.500 verso Krasnoarmeysk. Mosca rivendica anche il controllo di oltre il 70% di Vovchansk. Nel frattempo, il presidente Putin ha visitato un posto di comando delle forze armate, ha lodato lo “scudo nucleare” russo e ha parlato di forze strategiche “al livello più alto del mondo”, mentre i media statali amplificano i test del missile Burevestnik a propulsione nucleare.

Il quadro politico europeo

Il premier polacco Donald Tusk non vede una pace duratura “finché Putin resterà al potere”. L’Ucraina, per Tusk, sopravviverà come Stato indipendente, ma il rischio è una “guerra permanente”. Mosca soffre “gravi difficoltà economiche”, aggravate dalle ultime sanzioni Usa sul petrolio, ma conserva un vantaggio: “è pronta a combattere”. Londra e le capitali Ue, avverte, non devono cullarsi nel “dolce inganno” della distanza dal conflitto, dato che la Russia può colpire con missili balistici e con attacchi cibernetici massicci.

Negoziati e propaganda

Tra aperture e veleni, Dmitriev assicura che Russia, Usa e Ucraina sarebbero “ragionevolmente vicini” a un’intesa di principio. La macchina informativa, intanto, macina accuse e controaccuse: il Telegraph riferisce di timori del Cremlino per un ipotetico colpo di Stato, con l’Fsb che punta il dito su Mikhail Khodorkovsky e attivisti del “Comitato russo contro la guerra”. Per analisti occidentali è il segno di una vulnerabilità crescente e della necessità del potere russo di esibire nemici interni. Un’inchiesta del Kyiv Independent accusa la Russia di militarizzare minori dei territori occupati, con programmi di addestramento a Volgograd sotto l’egida del “Warrior Center”, rete nata nel 2022 su ordine diretto di Putin e guidata da figure di primo piano della Duma e delle forze armate.

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