Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’interruzione immediata di tutti i negoziati commerciali con il Canada, accusando il Paese di aver diffuso una campagna pubblicitaria “falsa e manipolatoria” contro i dazi statunitensi. La decisione, comunicata giovedì sera tramite il social network Truth, ha già provocato reazioni diplomatiche e oscillazioni nei mercati nordamericani. Al centro della polemica c’è uno spot televisivo finanziato dal governo dell’Ontario, in cui la voce dell’ex presidente Ronald Reagan viene utilizzata per criticare le tariffe doganali. Secondo Trump, il video avrebbe manipolato le parole di Reagan per influenzare l’opinione pubblica e la decisione della Corte Suprema americana, attesa a novembre, sulla legittimità costituzionale dei dazi imposti da Washington. “I dazi sono fondamentali per la sicurezza nazionale e per la nostra economia,” ha scritto Trump. “A causa del loro comportamento vergognoso, tutti i negoziati commerciali con il Canada sono con la presente terminati.” La mossa rischia di incrinare i rapporti bilaterali tra Washington e Ottawa, già messi alla prova da divergenze su energia, agricoltura e tecnologia. Il primo ministro canadese Mark Carney ha espresso “profondo rammarico” per la decisione, sottolineando che “la campagna pubblicitaria non intendeva offendere, ma stimolare un dibattito democratico”. Secondo gli analisti, la rottura potrebbe avere ripercussioni su settori chiave come l’automotive, il commercio agroalimentare e la cooperazione energetica. Il Canada è il secondo partner commerciale degli Stati Uniti, con scambi bilaterali che nel 2024 hanno superato i 750 miliardi di dollari. La Casa Bianca non ha escluso la possibilità di riaprire i colloqui “in futuro”, ma ha ribadito che “la lealtà tra alleati si misura anche nel rispetto reciproco”. Intanto, le Borse hanno reagito con cautela: il dollaro canadese ha perso terreno, mentre il Nasdaq ha chiuso in lieve calo.



