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Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

Legge di bilancio, Urso: “Coniugare rigore e crescita era molto difficile, ma ci siamo riusciti”

In manovra spazio per la nuova Transizione 5.0, ma il Ministro ammette: “Si poteva fare di più senza la zavorra del Superbonus”
lunedì, 20 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Ieri il ministro Urso ha commentato i contenuti della manovra economica varata dal governo. Urso ha difeso la linea di equilibrio tra prudenza sui conti e sostegno allo sviluppo: «Coniugare rigore e crescita era molto difficile, questo governo, Giorgia Meloni, ci è riuscito». Il ministro ha definito il risultato “miracoloso”, pur ammettendo che «si poteva fare di più» se non ci fossero stati i vincoli ereditati da precedenti misure.

La “zavorra” del Superbonus e del reddito di cittadinanza

Urso ha parlato apertamente delle difficoltà incontrate nella predisposizione della legge di bilancio, attribuendo parte dei limiti di spesa al peso del Superbonus e del reddito di cittadinanza. «Si potevano aggiungere altre risorse oltre a quelle che miracolosamente si sono trovate anche grazie al contributo di banche e assicurazioni? Sì, si poteva fare di più, se non ci avessero lasciato la drammatica zavorra del Superbonus, una follia, e del reddito di cittadinanza che noi abbiamo abolito». Con il termine “zavorra”, il ministro ha voluto indicare l’impatto economico che queste misure hanno ancora oggi sui conti pubblici.

Cosa significa Superbonus e perché pesa ancora sui conti

Il Superbonus 110% era un incentivo introdotto nel 2020 per promuovere l’efficienza energetica degli edifici e la riqualificazione del patrimonio edilizio. Permetteva di detrarre dalle imposte il 110% della spesa sostenuta, trasformando il credito in uno sconto immediato. Lo strumento, pur favorendo molti cantieri e creando lavoro, ha generato un forte aumento della spesa pubblica, superando secondo le ultime stime i 100 miliardi di euro. Questo ha inciso sulla capacità del governo di destinare nuove risorse a politiche industriali e sociali.

Quattro miliardi per la nuova Transizione 5.0

Nonostante i vincoli di bilancio, Urso ha annunciato che la manovra prevede un piano da quattro miliardi di euro per la “nuova Transizione 5.0”. Il progetto punta a sostenere le imprese italiane che investono in tecnologie digitali e in soluzioni sostenibili, in continuità con i programmi precedenti di Transizione 4.0. «Vogliamo accompagnare le aziende nella doppia sfida digitale e ambientale», ha spiegato il ministro, sottolineando che le risorse saranno interamente nazionali, così da evitare i vincoli imposti dall’Unione Europea.

Il significato della Transizione 5.0

La Transizione 5.0 rappresenta un’evoluzione delle politiche industriali introdotte negli ultimi anni. Se la Transizione 4.0 aveva spinto l’automazione e la digitalizzazione, la nuova versione aggiunge l’obiettivo ambientale: rendere i processi produttivi più efficienti e meno inquinanti. Gli incentivi fiscali previsti permetteranno alle imprese di ammortizzare più rapidamente i costi di nuovi macchinari, impianti e software, favorendo la trasformazione tecnologica. In parole semplici, un’azienda che investe per modernizzarsi potrà ottenere importanti sconti sulle tasse.

Due miliardi aggiuntivi da Pnrr e fondi d’investimento

Il ministro ha poi anticipato che, oltre ai fondi per la Transizione 5.0, saranno reperiti altri due miliardi attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il fondo di investimenti. Le risorse serviranno a finanziare contratti di sviluppo, accordi di innovazione e la cosiddetta “Nuova Sabatini”, un programma di agevolazioni dedicato soprattutto alle piccole e medie imprese per l’acquisto di macchinari e tecnologie. «Recuperando risorse anche dal Pnrr e dal fondo di investimenti, avremo un ammontare di altri due miliardi per rinnovare le nostre imprese», ha dichiarato Urso.

L’obiettivo: sostenere innovazione e competitività

La strategia illustrata dal ministro si concentra sul rafforzamento della produttività e della competitività del tessuto industriale italiano. Gli incentivi dovrebbero facilitare l’accesso al credito, la digitalizzazione e l’efficienza energetica, sostenendo in particolare le PMI che costituiscono la struttura portante dell’economia nazionale. Urso ha insistito sul fatto che queste misure, pur in un contesto di finanza pubblica limitata, testimoniano la volontà di “non rinunciare al sostegno all’innovazione”.

Un equilibrio difficile tra responsabilità e crescita

In chiusura, il ministro ha ribadito che la manovra rappresenta un atto di equilibrio tra la necessità di mantenere i conti sotto controllo e quella di garantire una crescita reale del sistema produttivo. “Abbiamo scelto la responsabilità senza rinunciare al sostegno alle imprese e all’innovazione”, ha detto, ricordando che la priorità del governo resta quella di creare condizioni favorevoli allo sviluppo industriale.
La legge di bilancio sarà ora esaminata in Parlamento, dove i contenuti della Transizione 5.0 e delle nuove misure saranno discussi nei dettagli nelle prossime settimane.

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