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Rifiuti, italiani informati, ma confusi: il 70% sbaglia la differenziata “in buona fede”

mercoledì, 15 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Gli italiani considerano l’abbandono dei rifiuti un comportamento gravissimo, ma quando si tratta di differenziare i materiali, molti continuano a sbagliare. È quanto emerge dall’indagine demoscopica realizzata per Erion da Ipsos Doxa Italia, presentata al Museo dell’Ara Pacis di Roma durante l’evento ‘Sostenibilità e consapevolezza: un’indagine sui rifiuti indifferenziati e sul ruolo della comunicazione nel trasformare i comportamenti’, organizzato in occasione dell’International E-Waste Day. Secondo i dati, l’87% degli italiani considera l’abbandono dei rifiuti un gesto gravissimo. Tuttavia, il 70% di chi conferisce erroneamente rifiuti differenziabili nel sacco nero ammette di farlo perché “crede sia giusto”. Un paradosso che rivela come la conoscenza delle regole non si traduca sempre in comportamenti corretti.
Gli sbagli più frequenti riguardano gli oggetti di cui ci si vuole liberare ma di cui non si conosce il corretto destino. Al primo posto si collocano i rifiuti tessili: il 41% degli intervistati getta erroneamente stracci nell’indifferenziata, seguiti da scarpe (27%) e borse (23%).
Seguono i piccoli RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), come spazzolini elettrici (21%) e caricabatterie (13%), e i rifiuti di imballaggi (12%). Più virtuosa, invece, la gestione delle batterie esauste, conferite scorrettamente solo dall’8% del campione.

Conoscenza alta, comportamenti contraddittori

L’indagine mostra un’Italia consapevole ma poco coerente. Il 92% conosce l’obbligo di raccolta differenziata per le batterie esauste, l’86% per i RAEE, il 77% per gli imballaggi e il 71% per i tessili. Eppure, ogni anno nel Paese finiscono nell’indifferenziata ancora 0,12 kg pro capite di pile esauste (contro 0,06 kg raccolti ufficialmente), 1,98 kg di piccoli RAEE (vs 1,34 kg raccolti) e 17 kg di rifiuti tessili (vs 2,74 kg raccolti). Dallo studio emerge anche la richiesta di sistemi di raccolta più semplici e vicini ai luoghi della vita quotidiana.
Per i RAEE, il 40% degli italiani apprezza la possibilità di consegnarli nei negozi senza obbligo di acquisto (ritiro “uno contro zero”). Per le batterie esauste, la soluzione preferita è la presenza di contenitori nei supermercati (49%). Per il tessile, i luoghi dello shopping risultano ideali: centri commerciali (30%), supermercati (26%) e negozi (26%).
Le isole ecologiche restano utili per i rifiuti ingombranti, ma per i conferimenti di piccola scala mostrano ancora limiti logistici e di accessibilità.

Un modello integrato per colmare il divario

Dalla doppia indagine — quella demoscopica e quella tecnico-scientifica di Erion — emerge chiaramente la necessità di un modello integrato che combini infrastrutture più capillari e comunicazione più operativa. L’obiettivo: trasformare la conoscenza teorica in abitudine quotidiana. Un esempio emblematico riguarda i mozziconi di sigaretta: pur sapendo in nove casi su dieci che inquinano, l’85% degli italiani osserva che gettarli a terra è ancora un gesto molto frequente, quasi “normale”.

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