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Pensioni e maggioranza: il governo Lecornu alla prova del fuoco

domenica, 12 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Sébastien Lecornu torna a Matignon con un mandato fragile e una maggioranza da ricostruire. Dopo le dimissioni lampo e la rinomina da parte del presidente Emmanuel Macron, il nuovo governo — ribattezzato “Lecornu bis” — si presenta come un esperimento di equilibrio: libero dai partiti, ma vincolato ai numeri parlamentari. “Tutti i dibattiti sono possibili, anche sulle pensioni”, ha dichiarato il premier, cercando di disinnescare la mina più esplosiva del suo programma. La riforma delle pensioni, già contestata nelle piazze e in aula, torna al centro del confronto. Il Partito Socialista ha lanciato un ultimatum: niente fiducia senza la sospensione immediata del provvedimento e l’abbandono del ricorso al 49.3, lo strumento costituzionale che consente di approvare leggi senza voto parlamentare. “Se non ci sarà una svolta chiara, lo censureremo”, ha avvertito il segretario Pierre Jouvet. Lecornu, consapevole della tensione, ha scelto un tono conciliante. “Non sarò prigioniero degli appetiti di parte”, ha detto durante una visita a L’Haÿ-les-Roses, promettendo un governo “libero” e “realista”. Ma la realtà è che i Républicains hanno già annunciato il loro sostegno solo “provvedimento per provvedimento”, mentre La France Insoumise e il Rassemblement National restano fuori dal perimetro del dialogo. Macron, dal canto suo, ha concesso al premier “carta bianca” per formare l’esecutivo, ma il tempo stringe. Senza una maggioranza stabile, il rischio di una nuova crisi istituzionale è concreto. E mentre Lecornu cerca di tessere alleanze trasversali, l’opinione pubblica osserva con crescente scetticismo. Il “Lecornu bis” si apre dunque sotto il segno della precarietà: un governo che promette apertura, ma che dovrà dimostrare di saperla tradurre in consenso. Il primo banco di prova sarà proprio la riforma delle pensioni — e da lì, forse, dipenderà la tenuta dell’intero impianto.

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