In una parata notturna svoltasi a Pyongyang per celebrare gli 80 anni del Partito dei Lavoratori, la Corea del Nord ha ostentato il proprio arsenale nucleare con una dimostrazione di forza che ha il sapore di una sfida diretta all’Occidente. Al centro dell’evento, il nuovo missile balistico intercontinentale Hwasong-20, definito dai media statali come “il sistema d’arma strategico più potente” mai sviluppato dal regime. Il leader Kim Jong-un ha assistito alla parata circondato da ospiti di rilievo internazionale, tra cui il premier cinese Li Qiang, l’ex presidente russo Dmitry Medvedev e il segretario del Partito Comunista vietnamita To Lam. La loro presenza ha rafforzato l’immagine di una Corea del Nord sempre più integrata in un asse orientale che guarda con freddezza alle pressioni occidentali. Oltre al Hwasong-20, sono stati mostrati missili da crociera a lungo raggio, armi ipersoniche e droni d’attacco, molti dei quali testati sul campo in Ucraina, dove Pyongyang ha inviato migliaia di soldati in supporto alle forze russe. Secondo fonti sudcoreane, l’esibizione militare è stata anche un messaggio indiretto agli Stati Uniti e ai loro alleati nella regione, in particolare Giappone e Corea del Sud. La parata, trasmessa in diretta dalla Korean Central News Agency, ha incluso anche una coreografia di soldati e mezzi blindati, accompagnata da slogan patriottici e musiche marziali. Kim ha tenuto un breve discorso, ribadendo che “la sovranità della Corea del Nord non è negoziabile” e che “la deterrenza nucleare è la garanzia della pace”. L’evento ha suscitato preoccupazione a livello internazionale. Washington ha condannato la parata come “una provocazione irresponsabile”, mentre Tokyo ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza nazionale. Anche Seul ha espresso allarme, definendo l’esibizione “una minaccia diretta alla stabilità regionale”.
