Ad agosto la produzione industriale italiana ha registrato una flessione del 2,4% rispetto a luglio, secondo i dati diffusi dall’Istat. Si tratta di un calo congiunturale, cioè misurato mese su mese. Su base annua, cioè rispetto ad agosto 2024, la diminuzione è del 2,7%, un dato corretto per gli effetti di calendario che tengono conto dei diversi giorni lavorativi.
Il termine “produzione industriale” indica la quantità di beni prodotti dalle imprese manifatturiere, energetiche e dei settori collegati, e rappresenta uno degli indicatori più immediati dello stato di salute dell’economia reale.
I settori in difficoltà
Il calo registrato ad agosto è diffuso a quasi tutti i comparti. I beni strumentali, come macchinari e attrezzature industriali, segnano un -2,2%; i beni intermedi, cioè i prodotti usati come componenti di altri beni, calano dell’1,2%; stessa variazione per i beni di consumo, quelli destinati al mercato finale. In flessione anche l’energia, con un -0,6%.
Nel confronto con lo stesso mese del 2024, i beni strumentali mostrano un leggero aumento (+0,7%) e anche i beni intermedi registrano un segno positivo (+0,2%). In calo, invece, i beni di consumo (-2,3%) e l’energia (-8,6%), segno di una domanda ancora debole e di una produzione energetica più contenuta.
I comparti che resistono
Nonostante la contrazione generale, alcuni settori mostrano segnali di tenuta. La produzione farmaceutica cresce del 16,1% rispetto all’anno precedente, confermandosi tra i comparti più dinamici. Bene anche la fabbricazione di mezzi di trasporto, che segna un +9,9%.
Al contrario, il settore della fornitura di energia elettrica, gas e vapore registra un calo del 13,5%, dovuto in parte alla minore domanda estiva e all’andamento altalenante dei prezzi sul mercato europeo.
Il caso dell’automotive
Un discorso a parte riguarda il comparto automobilistico, che ad agosto mostra un’inversione di tendenza: la produzione di autoveicoli cresce del 6,3% su base annua, dopo mesi di flessioni. L’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia) parla di “primo segno positivo da inizio anno”, spiegando che il dato mensile beneficia anche del confronto con un agosto 2024 molto negativo.
La ripresa, però, non basta a compensare il calo accumulato: nei primi otto mesi del 2025 la produzione di autoveicoli resta in diminuzione del 19,9%. La fabbricazione di carrozzerie, rimorchi e semirimorchi cresce del 37,8% nel mese e del 3,9% da inizio anno, mentre la produzione di parti e accessori per motori segna +32,7% ad agosto ma resta in calo del 7,7% nel periodo gennaio-agosto.
Un rimbalzo tecnico o segnale di ripresa?
Gli analisti spiegano che il risultato positivo di agosto nel settore auto potrebbe essere in parte un “effetto base”, cioè un apparente miglioramento dovuto al confronto con un mese debole dell’anno precedente. Resta comunque un segnale incoraggiante per un comparto che rappresenta una quota rilevante della produzione manifatturiera italiana e coinvolge migliaia di aziende della filiera.
Secondo l’Istat, nel trimestre giugno-agosto la produzione industriale complessiva è diminuita dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Ciò indica che la debolezza non è un episodio isolato ma parte di una tendenza più ampia, segnata da costi energetici elevati e incertezza sui mercati globali.
Uno scenario complesso
Le difficoltà dell’industria riflettono il rallentamento dell’economia europea e l’andamento disomogeneo dei consumi. L’inflazione, ferma all’1,6% ad agosto, pesa ancora sui costi di produzione e sul potere d’acquisto, mentre il prezzo dell’energia continua a condizionare la competitività delle imprese.
Tra i settori che potrebbero trainare la ripresa nei prossimi mesi, gli economisti indicano quelli legati alla transizione energetica, alla farmaceutica e ai nuovi modelli di mobilità. Tuttavia, la frenata generalizzata ad agosto mostra che la ripartenza non è ancora consolidata e che l’industria italiana resta esposta alle oscillazioni internazionali.