Ieri il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione che condanna le ripetute violazioni dello spazio aereo di Paesi Ue e gli attacchi con droni contro infrastrutture europee, chiedendo una risposta coordinata: neutralizzazione delle minacce, nuove sanzioni contro Mosca, rafforzamento della cooperazione Ue-Nato e passi concreti verso una vera Unione della difesa. Il testo è passato con 469 voti favorevoli, 97 contrari e 38 astenuti e invoca risorse adeguate nel bilancio Ue per potenziare difesa aerea e capacità di contrasto ai droni.
In un videomessaggio, Volodymyr Zelensky ha rivendicato progressi dell’“operazione Dobropillia” e quantificato in oltre 12.000 le perdite subite dai russi dal 21 agosto nelle aree di Pokrovsk e Dobropillia, di cui 7.200 “irrecuperabili”. Ha ringraziato i difensori di Kupyansk e segnalato “risultati positivi” anche sul fronte Novopavlivka. A domanda sulla prospettiva di una nuova avanzata russa a est, ha risposto: “Se Putin vuole conquistare l’intero Donbass, dovrà seppellire un milione dei suoi soldati”. Secondo il computo ufficiale di Kiev, le perdite totali russe dall’inizio dell’invasione superano 1 milione e 118mila tra morti e feriti.
Dopo che il vice ministro Sergei Ryabkov aveva affermato che lo slancio verso un accordo seguito al vertice Putin-Trump del 15 agosto ad Anchorage “si è in gran parte esaurito” per “azioni distruttive soprattutto europee”, Yuri Ushakov, consigliere di Putin, ha precisato che “non c’è alcuna riduzione” nel dialogo con gli Stati Uniti. Ryabkov ha intanto avvertito che l’eventuale invio a Kiev dei missili da crociera Tomahawk costituirebbe un cambiamento “qualitativo” del conflitto. Intanto Vladimir Putin è arrivato ieri a Dushanbe per una visita di Stato di tre giorni in Tagikistan. Parteciperà al vertice Russia-Asia Centrale e al summit dei capi di Stato della Csi. In agenda anche un faccia a faccia con Ilham Aliyev, presidente dell’Azerbaigian, dopo settimane di frizioni tra Mosca e Baku.
Nord Stream, Varsavia frena sull’estradizione
La Polonia si mostra riluttante a consegnare alla Germania Volodymyr Sh., cittadino ucraino sospettato del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream. Il premier Donald Tusk ha definito “non nell’interesse della Polonia” l’estradizione, ricordando che il problema per l’Europa “non è che il Nord Stream 2 sia stato fatto esplodere, ma che sia stato costruito”. La decisione spetterà al tribunale distrettuale di Varsavia. L’uomo è il secondo arrestato dopo Serhiy K., catturato in Italia ad agosto ed estradato a settembre; Berlino cerca ancora altri complici.
Merkel: “Baltici e Polonia bloccarono un canale Ue-Putin”
In un’intervista alla tv pubblica ungherese, Angela Merkel sostiene che Varsavia e le capitali baltiche avrebbero impedito l’apertura di colloqui permanenti tra Ue e Putin dopo il fallimento degli accordi di Minsk, alimentando il deterioramento dei rapporti e l’escalation. L’ex cancelliera afferma di aver proposto un nuovo formato Ue (con Macron) per un dialogo diretto con il Cremlino, poi naufragato anche per gli impedimenti della pandemia.
Linee dure da Varsavia
In un editoriale sul New York Times, il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski indica una strategia in due fasi: “prima mostrare la forza, poi negoziare”. Per indurre Mosca al tavolo, serve “sostenere militarmente e finanziariamente l’Ucraina e minare l’economia di guerra russa”, anche mobilitando i beni congelati. A Riga, il commissario europeo per Difesa e Spazio Andrius Kubilius ha discusso con la leadership lettone di difesa aerea, investimenti industriali e risposta alle minacce ibride; l’ambasciatore Usa presso la Nato Matthew Whitaker ha ricordato che “in Ucraina sono presenti capacità statunitensi temibili non ancora impiegate”.
Tregua olimpica e Vaticano
Da Pechino arriva l’appoggio alla proposta italiana di una “tregua olimpica” in vista di Milano-Cortina 2026 per favorire dialogo e de-escalation, dall’Ucraina al Medio Oriente. In Vaticano, il cardinale Konrad Krajewski avverte: “La guerra bussa all’Europa”, elogiando la generosità di Roma e richiamando a riconoscere Cristo nei poveri.