Ieri la guerra dei droni ha fatto un salto di qualità, proiettando la sua ombra ben oltre il fronte. In Ucraina, due UAV russi hanno colpito la stazione ferroviaria di Shostka (regione di Sumy) centrando un treno passeggeri: almeno 30 feriti, tre dei quali minorenni; uno è in terapia intensiva. Secondo la procura ucraina, il secondo drone è arrivato mentre erano in corso i soccorsi: tattica “double-tap”, mirata a colpire evacuati e squadre di emergenza. Volodymyr Zelensky parla di “atto di terrorismo: i russi non potevano non sapere di colpire civili”.L’episodio ha provocato reazioni immediate. Ursula von der Leyen denuncia “barbarie: la Russia mira deliberatamente ai civili”, chiedendo di aumentare la pressione su Mosca fino a una “pace giusta e duratura”. Da Kiev, la premier Yulia Svyrydenko definisce l’attacco “brutale e cinico” e invoca più difesa aerea e sanzioni più severe. Il vice ministro degli Esteri Sergiy Kyslytsya avverte: l’Europa deve “prendere sul serio” una minaccia esistenziale, altrimenti il Cremlino intensificherà.
Monaco, aeroporto chiuso due giorni di fila
Intanto, in Germania, per il secondo giorno consecutivo l’aeroporto di Monaco di Baviera è rimasto chiuso per ore per avvistamenti di droni: voli sospesi e ripartenza solo con una riapertura graduale dalle 7 del mattino, tra ritardi e cancellazioni a catena. Un’analisi della Frankfurter Allgemeine Zeitung legge le incursioni come un possibile “messaggio” di Mosca nel giorno dell’Unità tedesca: non solo per testare difese ancora insufficienti, ma per erodere la determinazione europea a sostenere Kiev, costringendo gli Stati Ue a investire di più nella protezione del proprio cielo e di meno negli aiuti militari all’Ucraina. “Non bisogna cadere nella trappola quando il Cremlino agita lo spettro dell’escalation”, avverte il quotidiano, spingendosi a evocare anche consegne di armi a lungo raggio a Kiev.
L’offensiva di Kiev
Sul fronte esterno, Kiev rivendica una campagna profonda in territorio russo. Nella regione di Leningrado, nella città di Kirishi, la raffineria Kirishinefteorgsintez (Kinef) — una delle più grandi del Paese — è stata colpita nella notte da droni ucraini, con esplosioni e un incendio. Lo Stato maggiore ucraino cita anche danni a una piccola nave missilistica Buyan-M nel lago Onega, la neutralizzazione di componenti Iskander e un attacco al comando dell’8° esercito russo nel Donetsk occupato. Kiev insiste: la campagna mira a logistica, carburanti e munizionamenti, cioè al potenziale militare ed economico di Mosca.
Bruxelles contro “flotta ombra”
Alla dimensione energetica si aggiunge quella marittima. Secondo l’Ufficio del presidente Andrii Yermak, l’Ue sta preparando le basi giuridiche per fermare la “flotta ombra” russa nel Baltico: almeno 16 petroliere senza bandiera bloccabili in base alla Convenzione Onu sul diritto del mare e, nel 19° pacchetto, l’estensione della blacklist fino a 568 navi. Messaggio politico: i corridoi di elusione delle sanzioni non resteranno senza risposta.
Ucciso fotoreporter francese
Sul terreno, la guerra continua a presentare un conto altissimo anche ai media. Nel Donbas è stato ucciso da un drone il fotoreporter francese Antoni Lallican, 38 anni, mentre documentava le conseguenze del conflitto nell’area di Kurylivska, a quindici chilometri dal fronte. Per il sindacato dei giornalisti francesi è la prima volta che un reporter muore per un attacco UAV in Ucraina; un collega ucraino è rimasto ferito. “Crimine di guerra”, l’accusa delle associazioni professionali. Lallican, residente a Parigi, lavorava da anni sull’Ucraina e solo un mese fa aveva celebrato un’unione civile.
Allarme nucleare a Zaporizhzhia
Restano critiche anche le garanzie nucleari. Il direttore generale Aiea Rafael Grossi invita Kiev e Mosca a mostrare la “volontà politica” necessaria per ripristinare la linea elettrica esterna della centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa: dal 23 settembre l’impianto è scollegato e dipende dai generatori diesel per il raffreddamento del combustibile. “Le squadre tecniche sono pronte, ma servono condizioni di sicurezza sul campo”, ammonisce Grossi.
Orbán: “Spie ucraine in Ungheria”
Sul versante politico, Viktor Orbán accusa i servizi ucraini — “con il supporto di Bruxelles” — di operare in Ungheria per influenzarne la vita interna e preparare un “governo filo-ucraino”. Kiev respinge da tempo letture simili come propaganda; Budapest rilancia un dossier che incrocia da anni il tema delle interferenze esterne.