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Sciopero generale, manifestazione Pro Palestina

Sciopero per Gaza, oltre cento città in piazza tra scontri e polemiche

Dalle tangenziali bloccate ai porti paralizzati, fino agli scontri con la polizia. Una giornata di cortei, proteste di massa e dure reazioni politiche
sabato, 4 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Nella giornata di ieri l’Italia è stata attraversata da uno sciopero generale indetto per chiedere la fine delle violenze nella Striscia di Gaza. Le manifestazioni hanno coinvolto circa cento città, paralizzando in più punti la viabilità e i trasporti pubblici. Secondo gli organizzatori, solo a Roma hanno sfilato 300 mila persone, con cortei che hanno riempito il centro e raggiunto le principali arterie stradali. Altri dati ridimensionano di molto il numero dei partecipanti.

Blocchi e disagi nei trasporti

Le conseguenze per la circolazione sono state pesanti. A Roma, Milano e Bologna i manifestanti hanno bloccato le tangenziali, le strade ad alto scorrimento che collegano i quartieri alle autostrade. A Napoli è rimasto chiuso l’ingresso dell’A3, mentre in Emilia Romagna la A14 è stata interrotta nel tratto tra Borgo Panigale e San Lazzaro. Il porto di Livorno è stato fermo per ore, con ripercussioni sulle attività di carico e scarico. Anche le stazioni ferroviarie hanno subito chiusure temporanee e rallentamenti, con centinaia di treni soppressi o in ritardo.

Incidenti e tensioni in piazza

La mobilitazione non è stata ovunque pacifica. A Salerno alcuni scontri tra manifestanti e forze dell’ordine hanno provocato diversi feriti, mentre a Milano e Bologna si sono registrati momenti di forte tensione durante i cortei. In molte città, le forze di polizia hanno presidiato strade e piazze per contenere i blocchi e gestire la viabilità.

Lo sciopero dichiarato illegittimo

L’Autorità di garanzia per gli scioperi, l’organo che vigila sul rispetto delle regole per queste proteste, ha dichiarato illegittimo lo stop di 24 ore. Secondo la normativa italiana, infatti, per proclamare uno sciopero è necessario rispettare un preavviso minimo e garantire i cosiddetti servizi essenziali, come trasporti, sanità e scuole. La mancanza di questi requisiti ha portato alla contestazione formale dell’iniziativa, che tuttavia è stata portata avanti dai sindacati promotori.

Lo scontro tra Salvini e Landini

Sul piano politico la giornata ha acceso polemiche. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha attaccato i sindacati, chiedendo che «paghi il leader Cgil» per i disagi creati. Maurizio Landini ha replicato secco: “Non minacciare”. Durante alcuni cortei sono partiti cori e insulti contro il ministro, che ha ribattuto: “Paura mai, avanti a testa alta”. Salvini ha anche invocato “sanzioni equiparate al danno che crei”, chiedendo un inasprimento delle regole contro scioperi ritenuti irregolari.

Le reazioni delle istituzioni

Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha dichiarato la “ferma condanna del linguaggio d’odio”, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ha spiegato: “Capisco, ma personalmente non comprendo”. Dalle opposizioni sono arrivate prese di posizione altrettanto nette. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha avvertito: “Giù le mani dal diritto di sciopero”. L’ex premier Giuseppe Conte ha aggiunto: “Meloni è il primo agitatore di piazza”, accusando il governo di alimentare tensioni anziché favorire il dialogo

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