Dopo gli abbordaggi in acque internazionali, 40 italiani tra i circa 200 fermati. Piazza e partiti si dividono; Garante: “Illegittimo lo sciopero generale senza preavviso”. Da Ankara altre barche in mare. Tel Aviv: “Nessuna violazione del blocco”.Quaranta imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono state abbordate ieri sera a circa 70 miglia da Gaza. Due unità non risultavano ancora intercettate; tra queste la turca Mikeno, scomparsa dai radar e ritenuta dagli organizzatori vicina alle acque della Striscia. Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sono 40 gli italiani fermati. Tutti gli attivisti vengono convogliati ad Ashdod per l’identificazione e quindi trasferiti al carcere di Ketziot (Negev). Il piano delle autorità prevede l’espulsione; chi la rifiuterà sarà giudicato da un tribunale speciale del ministero dell’Interno per ingresso illegale. Il team legale della Flotilla denuncia che ad Ashdod “sono iniziate udienze senza la difesa”.
Da Arsuz (Turchia) sono intanto partite altre 45 barche civili a sostegno della Flotilla. Israele definisce l’operazione “provocazione” e sostiene che nessuna nave abbia violato il blocco.
ProPal in piazza
L’abbordaggio ha acceso la mobilitazione in tutta la penisola. A Roma decine di migliaia in corteo da Termini verso il centro; chiusi temporaneamente alcuni ingressi della stazione. Blocchi ferroviari e presìdi a Napoli, Pisa, Torino; occupazioni e assemblee in Milano Statale, Torino (Palazzo Nuovo), Roma (Lettere alla Sapienza); cortei e sit-in a Bari, Palermo, Firenze, Livorno, Novara, Siena. A Bologna migliaia davanti alla Prefettura; a Genova chiusi due varchi portuali con lo slogan “Blocchiamo il porto”. Per oggi le confederazioni Cgil e Usb avevano proclamato sciopero generale. La Commissione di garanzia lo ha però giudicato illegittimo per mancanza del preavviso di legge; il ministro Matteo Salvini valuta la precettazione. Dal governo, Guido Crosetto invita alla responsabilità: “Fermare tutto non aiuta Gaza”. Giorgia Meloni sottolinea i disagi per gli italiani e assicura l’impegno per il rientro dei connazionali.
Tajani in Parlamento e il voto sulle risoluzioni
Alle 9.30 alla Camera e alle 13 al Senato le comunicazioni di Tajani, che definisce “inaccettabile” la situazione umanitaria a Gaza e giudica la reazione israeliana “oltre il diritto all’autodifesa”. Il governo si dice pronto a nuove sanzioni mirate verso Israele, contrario a nuovi insediamenti e favorevole a “due popoli, due Stati”. La Camera approva una prima risoluzione di maggioranza: sostegno al piano Usa e riconoscimento condizionato dello Stato di Palestina subordinato a liberazione degli ostaggi e esclusione di Hamas da ruoli politici. L’opposizione lavora a testi separati: Pd, M5S e Avs verso un documento comune critico; Azione e Italia Viva su risoluzioni autonome. In Aula Elly Schlein accusa il governo di non aver condannato il blocco della Flotilla.
Le reazioni internazionali
Anp condanna l’intercettazione, parla di violazione del diritto del mare e chiede protezione per oltre 470 partecipanti. In Europa, Spagna convoca il rappresentante israeliano; il premier Pedro Sánchez esprime solidarietà e chiede il rapido rientro degli attivisti. Belgio convoca l’ambasciatore: “Inaccettabile l’intercettazione in acque internazionali”. Norvegia sollecita il rispetto del diritto internazionale; Irlanda giudica illegittimo l’abbordaggio se avvenuto fuori dalle acque territoriali. La Turchia di Recep Tayyip Erdoğan parla di “atto di pirateria” e avverte Tel Aviv “di non torcere un capello” agli equipaggi. Condanne anche da Iran e Malaysia.
Hamas e il “piano Trump”
Secondo media arabi, Hamas e altre fazioni avrebbero discusso tre opzioni sulla proposta Usa: Accettare con modifiche (meccanismi e garanzie sul ritiro israeliano, “Consiglio di pace” internazionale); Rifiutare il testo attuale, ritenuto sbilanciato sulle richieste di Israele (disarmo senza garanzie su Stato palestinese e ricostruzione); Accettare chiedendo chiarimenti e garanzie, incluso il riconoscimento formale di uno Stato palestinese ai confini del 1967. Fonti mediatiche aggiungono che, per Hamas, rilascio degli ostaggi e ritiro dell’Idf sarebbero interconnessi.