Ieri in Polonia è stato arrestato Volodymyr Zhuravlev, cittadino ucraino ricercato dalla Germania con mandato europeo per il presunto coinvolgimento nelle esplosioni ai gasdotti Nord Stream del 2022. La notizia è stata confermata dal suo legale. A fine agosto, in Italia, era stato fermato un altro ucraino sospettato di aver coordinato gli attacchi. I procuratori polacchi e tedeschi, per ora, non commentano. Le esplosioni vennero definite tanto da Mosca quanto dall’Occidente un atto di sabotaggio che spezzò la dorsale energetica russo-europea, aggravando il quadro della sicurezza. Sul versante militare-tecnologico, il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha riconosciuto che «siamo tutti indietro» nella difesa anti-drone, settore esploso per importanza in due anni di guerra. Berlino punta ad acquisire laser, droni e sistemi di difesa aerea aggiuntivi; sul fianco orientale, ha sottolineato, alcune forniture non saranno rese pubbliche «per non dire ai nostri avversari dove collochiamo le truppe». Intanto i Paesi Bassi hanno annunciato il dispiegamento in Polonia da dicembre di Patriot, Nasams e sistemi anti-drone a protezione di un hub logistico per l’Ucraina. Intanto sul dossier allargamento Ue, l’Ungheria avverte: per il ministro János Bóka, Bruxelles starebbe tentando di aggirare l’unanimità introducendo la maggioranza qualificata su capitoli di negoziato — tema che Antonio Costa porterà a discussione a Copenaghen.
Von der Leyen, Rutte e il “muro anti-drone”
In questo quadro, alla vigilia del vertice informale di Copenaghen, il fronte europeo-atlantico prova a serrare le difese mentre la guerra in Ucraina continua a estendersi sul piano ibrido. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha rilanciato la proposta congiunta Ue-Nato di uno “scudo” lungo l’Est: più appalti comuni, interoperabilità con l’Alleanza e prontezza industriale della base europea. Il nuovo segretario generale della Nato Mark Rutte ha definito il progetto «tempestivo e necessario»: non si possono usare «missili da milioni» per abbattere droni «da poche migliaia», ha detto, citando le incursioni su Polonia ed Estonia e i casi ancora in valutazione in Danimarca. Proprio per il vertice Ue di Copenaghen, Varsavia invierà militari in supporto alla protezione anti-drone. Da Kyiv, Volodymyr Zelensky ha chiesto ai partner di costruire uno scudo aereo comune. La richiesta arriva nel giorno di nuovi attacchi russi con droni: a Sumy è stata uccisa una famiglia di quattro persone; a Dnipro almeno un morto e oltre una dozzina di feriti, con danni a strutture sanitarie e a un deposito editoriale. «Un attacco diurno contro infrastrutture civili», ha denunciato il presidente ucraino.
Mosca vieta export di carburanti
Sul fronte energetico, Mosca ha prorogato fino a fine anno il divieto di export di benzina, estendendolo a gasolio e bunker per navi, tra carenze interne, manutenzioni, scorte ridotte e gli effetti degli attacchi ucraini alle raffinerie. A Bruxelles, fonti diplomatiche ribadiscono che possibili ritorsioni russe non devono frenare l’uso degli asset sovrani russi congelati per finanziare Kyiv. Un paper congiunto di Svezia e Finlandia quantifica in 130 miliardi di euro il fabbisogno ucraino non coperto nel 2026-2027, proponendo “prestiti di riparazione” garantiti proprio da quegli asset. Sul piano informativo, l’intelligence estera russa (SVR) accusa Kyiv di preparare una «provocazione clamorosa» in Polonia per coinvolgere Nato e Bielorussia; accuse respinte dagli ucraini. Il Cremlino, per bocca di Dmitry Peskov, attacca l’idea europea di un muro anti-drone e sostiene che a Odesa e Mykolaiv «molti vorrebbero legarsi alla Russia», senza poterlo esprimere.
Stati Uniti divisi tra fermezza e deterrenza
Dagli Stati Uniti arrivano messaggi incrociati. L’inviato per l’Ucraina Keith Kellogg afferma che Putin «nel profondo sa di non poter vincere». Sergei Lavrov sostiene che Washington non abbia deciso sui Tomahawk a Kyiv e che, anche se arrivassero, «non cambierebbero la situazione». Donald Trump, parlando ai vertici militari a Quantico, ha dichiarato di aver spostato “uno o due” sottomarini «verso la costa russa» come deterrenza contro la «parola con la N», ribadendo che Putin e Zelensky «devono incontrarsi» ma «solo la forza» può portarli al tavolo. «Sono molto deluso da Putin», ha aggiunto.