L’attivista agli americani al potere:«Volete che ci comportiamo meglio? Allora fatelo anche voi»… Ma è gusto parlare così?
Scusate se dissentiamo profondamente da questo modo di vedere le cose, lo troviamo devastante culturalmente, moralmente e giuridicamente. Sto pensando ai nostri nonni, a chi ci ha preceduto e non ha sempre assistito a un comportamento moralmente perfetto da parte dei propri vertici istituzionali o lavorativi. Hanno lottato con tutti gli strumenti che la legge dà, manifestando, unendosi in dissenso, facendosi sentire.
Ma la responsabilitá é personale, ognuno paga per sé e non perchè l’altro non gli ha dato l’esempio. Io non faccio bene qualcosa perchè mi venga data la ricompensa, non lo farei altrimenti. Sono più le volte che non si riceve o si riceve schiaffi o addirittura si perde la vita in vari modi. Faccio bene perché dipende pure da me come va il mondo.
Se ognuno applicasse il principio di questa attivista avremmo un mondo ancora peggiore di quello che é.
Martin Luther King si sarà rivoltato nella tomba. L’atto giusto va attuato indipendentemente dal fatto se qualcuno ci guarda, se ci va, se gli altri non lo fanno. Non é facile, non sempre ce la facciamo, è doloroso e bisogna avere molta forza, ma questa é la cosa giusta da fare per creare qualcosa che sia migliore di noi e dei nostri difetti, istinti, rigurgiti.
La legge del taglione é barbara e riporta alla barbarie indipendentemente da chi la dice.
Non ci sono alibi. Quanti eroi quotidiani soffrono a sentire queste parole? Falcone e Borsellino, visto che anche nella magistratura c’erano i corrotti, hanno sbagliato a continuare a compiere il loro dovere? E quanti esempi si potrebbero fare.
Dunque non è civile dire “La violenza l’abbiamo imparata da voi. Perciò, se volete che ci comportiamo meglio”. Condividiamo invece, e riproponiamo le parole del fratello di George Floyd a chi protesta: «Cosa state facendo? La violenza non lo riporterà in vita».