Il mercato del lavoro italiano continua a dare segnali positivi, seppure con un ritmo di crescita più moderato rispetto ai trimestri precedenti. Nel secondo trimestre 2025, il numero di occupati tra i 15 e i 64 anni raggiunge i 24,2 milioni, con un aumento di 226 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024. Il tasso di occupazione sale al 62,7%, sostenuto soprattutto dalla crescita dell’occupazione femminile italiana e da quella degli uomini stranieri. Il tasso di disoccupazione scende lievemente, attestandosi al 6,6%, confermando la tendenza al miglioramento registrata nell’ultimo anno. I dati emergono dal Bollettino sul mercato del lavoro del Cnel, realizzato in collaborazione con Istat.
Tutte le macroaree del Paese mostrano segnali di crescita occupazionale, con un Mezzogiorno particolarmente vivace: il tasso di occupazione supera la soglia del 50%, mentre il tasso di inattività registra una riduzione significativa (-0,9 punti percentuali).
Più lavoratori autonomi e contratti stabili
Resta comunque evidente il divario strutturale con Centro e Nord, dove il mercato del lavoro continua a essere più solido e integrato. La crescita dell’occupazione è trainata soprattutto dai lavoratori indipendenti, che aumentano del 3% in un anno. Tra i dipendenti, l’aumento riguarda quasi esclusivamente i contratti a tempo indeterminato, mentre i contratti a termine mostrano un calo per entrambi i generi.
Questa dinamica, spiegano gli analisti, è legata sia al rallentamento della domanda stagionale sia a politiche aziendali più orientate alla stabilizzazione della forza lavoro.
Giovani ancora in difficoltà
Restano preoccupanti i dati sulla fascia 15-24 anni, che continua a rappresentare l’anello debole del mercato del lavoro. Il tasso di occupazione giovanile scende di 1,7 punti percentuali rispetto al 2024.
Parallelamente, il tasso di disoccupazione giovanile sale al 21,5% (+1,3 punti).
Over 50 protagonisti del mercato del lavoro
Questi numeri confermano le difficoltà strutturali di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, tra contratti temporanei, percorsi formativi lunghi e scarsa corrispondenza tra competenze e domanda delle imprese. La fascia d’età 50-64 anni si conferma il motore dell’occupazione italiana. Il loro tasso di occupazione raggiunge il 66,5%, con un incremento di 2 punti rispetto all’anno precedente.
Questi lavoratori rappresentano ormai quasi quattro occupati su dieci, per un totale di 9,2 milioni di persone. Un trend di lungo periodo: dal 2004 a oggi, il tasso di occupazione degli over 50 è cresciuto dal 42% al 66,5%, un balzo di oltre 24 punti percentuali.
Il divario di genere si è ridotto: gli uomini hanno un tasso di occupazione del 77,0%, le donne sono salite al 56,3%, con un incremento di oltre nove punti nell’ultimo decennio.
La maggior parte degli over 50 lavora con contratti a tempo indeterminato, concentrati soprattutto nei servizi pubblici e sociali (pubblica amministrazione, istruzione, sanità), con una forte componente femminile. I contratti a termine sono poco diffusi e concentrati nel settore terziario.
Nord in testa, ma Sud in recupero
Dal punto di vista territoriale, la presenza di lavoratori over 50 è più marcata al Nord, che raccoglie oltre la metà dei dipendenti e circa la metà degli autonomi. Seguono il Mezzogiorno e il Centro.
Quanto alla posizione professionale, circa tre quarti degli over 50 sono dipendenti (7,1 milioni), mentre gli indipendenti rappresentano poco meno di un quarto (2,1 milioni).