Con la circolare n. 126 del 15 settembre 2025, l’INPS ha fornito un importante riepilogo normativo sulla gestione del trattamento di fine servizio (TFS) e del trattamento di fine rapporto (TFR) nei casi di mobilità tra amministrazioni pubbliche. Si tratta di un documento molto atteso, che non introduce nuove regole, ma fa finalmente chiarezza su una materia resa complessa da decenni di sovrapposizioni normative e prassi difformi.
Il principio cardine che attraversa l’intera circolare è quello della continuità della posizione assicurativa: il lavoratore pubblico che si sposta da un’amministrazione all’altra non perde l’anzianità maturata e mantiene la piena dignità previdenziale, a prescindere dalla complessità burocratica dei passaggi. Un messaggio forte, che rafforza la certezza del diritto e la tutela del merito nel pubblico impiego.
L’INPS distingue in modo puntuale tra mobilità permanente (trasferimenti definitivi, volontari o imposti) e mobilità temporanea (comandi, distacchi, fuori ruolo), chiarendo per entrambe le ipotesi le conseguenze sul piano previdenziale. Ogni casistica viene esaminata con rigore: dai passaggi tra enti iscritti all’ex ENPAS o INADEL, alle mobilità “in uscita” verso amministrazioni non iscritte, fino alle situazioni inverse.
Di particolare rilievo sono le specifiche su personale sanitario, dipendenti delle IPAB depubblicizzate, lavoratori delle Province autonome di Trento e Bolzano, e su coloro che vincono concorsi pubblici senza soluzione di continuità: a tutti viene garantita una disciplina organica, pur nel rispetto delle peculiarità locali o settoriali.
Dal punto di vista politico, la circolare rappresenta una vittoria della buona amministrazione, tanto più in un contesto dove l’efficienza della macchina pubblica passa anche da una corretta gestione delle risorse umane. È apprezzabile che l’INPS, sotto la direzione tecnica della sua Direzione Centrale Pensioni, si faccia carico di semplificare e uniformare le prassi, aiutando sia i lavoratori sia gli enti a evitare contenziosi e incertezze.
Da europeista convinto, non posso che osservare come questa operazione vada nella direzione di un rafforzamento dello Stato di diritto, in coerenza con i principi della trasparenza e della responsabilità amministrativa che l’Unione promuove. Da cittadino e contribuente, auspico che iniziative simili diventino la norma.
L’efficienza amministrativa non è un fatto neutro: è condizione per uno Stato equo, autorevole e vicino ai suoi servitori. L’INPS, con questa circolare, fa un passo concreto in quella direzione.