Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto un appello pubblico agli attivisti della Flotilla che stanno tentando di portare aiuti a Gaza. Li ha esortati a raccogliere la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme per consegnare gli aiuti “in sicurezza” e senza “porre a rischio l’incolumità” delle persone. Secondo il Quirinale, Mattarella avrebbe discusso la proposta anche con la premier Giorgia Meloni prima di rendere noto il suo invito. Il Patriarcato Latino è un’istituzione ecclesiastica responsabile fra l’altro della comunità cattolica in Terra Santa, che ha offerto di farsi carico del trasporto degli aiuti.
La proposta italiana prevedeva che le navi della Flotilla depositassero il carico a Cipro, da dove il Patriarcato avrebbe provveduto ad inviarlo nella Striscia di Gaza. Mattarella ha definito la missione in mare «di valore» e ha invitato gli attivisti a considerare questa mediazione offerta per evitare pericoli.
Gli attivisti respingono l’offerta, ma lasciano spazio al dialogo

Il gruppo impegnato nella missione ha rifiutato la proposta così come è stata formulata. La portavoce italiana ha dichiarato che «non possiamo accettare di lasciare gli aiuti a Cipro perché significa ammettere che si lascia operare un governo in modo illegale senza poter fare nulla». Tuttavia ha aggiunto che il gruppo è «pronto a valutare mediazioni, ma non cambiando rotta». Con questa frase gli attivisti indicano che non intendono abbandonare l’obiettivo iniziale: arrivare a Gaza con il carico di aiuti.
In serata la portavoce è tornata a Roma per avviare un dialogo con le istituzioni italiane. Il mondo politico italiano, in generale, ha salutato positivamente l’appello del Capo dello Stato: il Pd ha aderito all’invito, mentre la premier Meloni ha ringraziato chi ha accolto le «sagge parole» di Mattarella e ha incoraggiato gli attivisti a non forzare il blocco navale.
Mobilitazione italiana per Gaza: piazze e possibili scioperi
Sull’onda dell’iniziativa della Flotilla, in Italia sono state annunciate azioni di mobilitazione civica. Un sindacato di base ha promesso la presenza in cento piazze italiane, con presidî continui a favore di Gaza, in vista della manifestazione nazionale prevista per il 4 ottobre a Roma. Il principale sindacato confederale, la Cgil, ha fatto sapere che potrebbe proclamare uno sciopero generale qualora ci fossero nuovi attacchi militari nella Striscia. Queste iniziative puntano a mantenere alta l’attenzione pubblica sul conflitto.
Netanyahu all’Onu: discorso e reazioni

A New York, durante l’Assemblea generale dell’Onu, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha pronunciato un discorso molto duro nei confronti di Hamas e del conflitto in corso. Ha affermato che «dobbiamo terminare il lavoro a Gaza», espressione con cui intende continuare l’azione militare nella Striscia. Durante il suo intervento decine di delegati hanno abbandonato l’aula per protesta.
Netanyahu ha fatto appello anche ad Hamas chiedendo di liberare gli ostaggi e deporre le armi: «Se lo farete, sopravviverete. Altrimenti vi daremo la caccia». Ai familiari degli ostaggi ha assicurato: «Non vi abbiamo dimenticato».
Il premier ha anche risposto alle accuse di voler affamare la popolazione di Gaza dicendo che «è Hamas che ruba gli aiuti». Con questa affermazione sostiene che il movimento islamista ostacoli la distribuzione dei beni umanitari previsti per la popolazione civile.
Accuse e alleanze di Netanyahu
Nel suo discorso Netanyahu ha negato accuse di genocidio e di carestia. Ha definito «vergognoso» il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di alcuni Paesi occidentali, affermando che ciò favorisce il terrorismo. 
Per amplificare il suo messaggio verso la popolazione di Gaza e gli ostaggi ancora detenuti, l’esercito israeliano ha utilizzato altoparlanti sistemati lungo il confine per trasmettere il discorso all’interno della Striscia. In alcuni passaggi, Netanyahu ha detto che gli ostaggi avrebbero potuto ascoltare direttamente le sue parole. 
In parallelo a questo approccio mediatico, Netanyahu ha ringraziato Donald Trump per il suo “intervento deciso” nei confronti dell’Iran, affermando che Israele e Stati Uniti agiscono insieme contro una minaccia comune. Ha detto che molti leader che criticano Israele in pubblico poi ringraziano in privato.
Gli ultimi giorni a Gaza
Secondo fonti internazionali, in questi giorni le forze israeliane hanno intensificato i bombardamenti su Gaza City, colpendo diverse zone densamente abitate. Almeno 19 palestinesi sarebbero stati uccisi, compresi membri di famiglie in località come Zawayda. L’esercito israeliano afferma che ha attaccato circa 170 obiettivi legati a infrastrutture di Hamas. 
Riferendosi alla missione della Flotilla, Reuters riferisce che circa 50 imbarcazioni civili sono in mare nonostante gli avvertimenti israeliani. L’obiettivo dichiarato è rompere il blocco marittimo per far arrivare aiuti direttamente nella Striscia