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Tijana Lekic, Giornalista Agenzia investigativa Montenegro, Roberto Rossi, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Francesco Paolo Sisto, Viceministro Ministero della Giustizia, Gaia Bozza, Giornalista SKY ed Eugenia Pontassuglia, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto
Tijana Lekic, Giornalista Agenzia investigativa Montenegro, Roberto Rossi, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Francesco Paolo Sisto, Viceministro Ministero della Giustizia, Gaia Bozza, Giornalista SKY ed Eugenia Pontassuglia, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto

Sisto: “Il DL Terra dei Fuochi è una scommessa di equilibrio”

sabato, 27 Settembre 2025
1 minuto di lettura

Il Decreto Legge 116 sulla Terra dei Fuochi è una scommessa, perché non prevede un aggravamento secco di reati e pene, ma è una scelta modulata, che adegua la nostra normativa alle indicazioni europee provando a contemperare la tutela dell’ambiente con la libertà di iniziativa economica”. Così il Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, intervenendo al Forum internazionale PolieCo sull’economia dei rifiuti in corso a Napoli. Sisto ha ricordato come il decreto nasca anche in risposta alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 30 gennaio scorso, che ha duramente censurato l’inerzia dell’Italia nel fronteggiare l’emergenza ambientale della Terra dei Fuochi.
Il provvedimento estende il controllo giudiziario previsto dal codice antimafia alle imprese di rifiuti, ma solo nei casi che riguardano materiali pericolosi. Inoltre, l’ampliamento del catalogo dei reati ambientali nel decreto 231 impone alle aziende di organizzarsi con strumenti di compliance più rigorosi.

“Contravvenzioni più efficaci delle pene”

Rivolgendosi ai magistrati presenti – i Procuratori di Bari Roberto Rossi, di Trani Renato Nitti e di Taranto Eugenia Pontassuglia – il Viceministro ha tuttavia avvertito: “In questo contesto ci vuole un punto di equilibrio, perché l’eccesso di zelo delle Procure rischia di penalizzare le imprese sane. Lo dico con pacatezza: l’articolo 41 della Costituzione deve guidare l’azione giudiziaria, così da colpire chi davvero lo merita”. Sisto ha sottolineato come in alcuni casi le contravvenzioni possano risultare più efficaci delle sanzioni penali, perché consentono al giudice di imporre prescrizioni che obbligano le aziende a rimuovere le cause del reato e a sanarne le conseguenze.

Stop alla “minore gravità” dei reati ambientali

Un passaggio importante riguarda poi l’inasprimento della valutazione giudiziaria: il DL stabilisce, in linea con il diritto europeo, che non sarà più possibile riconoscere una minore gravità nelle fattispecie ambientali. “È una scelta coerente – ha concluso Sisto – con la nuova tutela costituzionale dell’ambiente, che impone di superare zone grigie e letture riduttive”.

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