“La crisi sanitaria in cui ci troviamo pone anche sfide inedite rispetto alle quali occorre vigilare non solo sulla situazione delle carceri che ha portato alla scarcerazione perfino di alcuni capi mafia, rispetto a cui l’associazione delle vittime ha giustamente richiamato all’attenzione”.
Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi nel corso di un video messaggio pubblicato in occasione delle commemorazioni della strage dei Georgofili avvenuta a Firenze nella notte fra il 26 e 27 maggio 1993. “L’epidemia rischia di avere pesanti ripercussioni economiche – ha aggiunto Rossi -, creare il rischio purtroppo molto grave e concreto che la mafia e le organizzazioni criminali possano trovare dentro questa crisi nuove occasioni per espandersi approfittando delle difficoltà economiche di tanti operatori, tante persone ed imprenditori”. Per questo la ricorrenza della strage dei Georgofili “deve essere per tutti i monito a rinnovare l’impegno contro le organizzazioni mafiose che mettono in discussione la vita civile, la democrazia, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nello Stato. Di fronte a queste organizzazioni la prima arma è la consapevolezza, la costruzione di una cultura della legalità e delle istituzioni. Una cultura autenticamente costituzionale e democratica. La sola azione repressiva, pur fondamentale e necessaria, non basta per debellare la criminalità organizzata”.
Per il governatore toscano “oggi come allora sono ancora troppe le contraddizioni, i nodi insoluti che solcano la nostra società. Il potere delle organizzazioni criminali non è affatto finito, tutt’altro purtroppo. Esso è presente stabilmente nei nostri territori come ci mostrano i rapporti annuali elaborati dalla scuola ‘Normale’, dalla regione Toscana incaricata, di seguire i fenomeni di criminalità organizzata e corruzione sul nostro territorio regionale”. (Italpress)