Il super tifone Ragasa ha colpito Taiwan con una violenza devastante, lasciando dietro di sé un bilancio provvisorio di 14 morti e almeno 124 dispersi. La tempesta, classificata di categoria 5, ha toccato terra nella notte tra martedì e mercoledì sulla costa orientale dell’isola, con venti che hanno superato i 250 km/h e precipitazioni torrenziali. Le province di Hualien e Taitung sono le più colpite: interi villaggi risultano isolati, ponti crollati, strade sommerse. Le autorità locali parlano di “una catastrofe senza precedenti negli ultimi vent’anni”. Migliaia di persone sono state evacuate, mentre i soccorritori faticano a raggiungere le zone più remote a causa delle frane e delle interruzioni elettriche. Il presidente taiwanese Lai Ching-te ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale e ha mobilitato oltre 20.000 militari per le operazioni di salvataggio. “Ogni minuto conta. Non lasceremo nessuno indietro”, ha dichiarato in un discorso televisivo. Ma Ragasa non si ferma. Dopo aver attraversato Taiwan, il tifone si dirige verso la Cina meridionale, dove è già scattata l’allerta rossa in diverse province costiere, tra cui Fujian e Guangdong. A Hong Kong, le raffiche hanno raggiunto i 200 km/h, costringendo le autorità a chiudere scuole, uffici pubblici e a sospendere tutti i voli in arrivo e partenza. Il Centro meteorologico cinese prevede che Ragasa manterrà la sua intensità per almeno altre 36 ore, con rischi elevati di inondazioni e mareggiate. Le immagini satellitari mostrano un fronte compatto e minaccioso, largo oltre 800 chilometri. La comunità internazionale ha espresso solidarietà a Taiwan e si prepara a fornire aiuti umanitari. Intanto, il tifone Ragasa continua la sua corsa, lasciando dietro di sé distruzione e paura, in una regione già provata da eventi climatici estremi.
