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Italia terza in Europa per rischio climatico nelle città: l’allarme del Wwf

martedì, 23 Settembre 2025
1 minuto di lettura

Ondate di calore, siccità, alluvioni improvvise e, per le aree costiere, l’innalzamento del mare. Sono questi gli effetti sempre più frequenti della crisi climatica che colpiscono le città italiane, responsabili del 75% delle emissioni nazionali di carbonio pur occupando appena il 3% del territorio (dati Anci). Secondo l’Ispra, che ha raccolto dati statistici europei sui danni economici e sulle perdite umane tra il 1980 e il 2022, l’Italia è il terzo Paese in Europa per pericolosità degli eventi estremi in ambito urbano. Un dato che si riflette anche sulla salute, con le città più popolose – Roma, Milano, Napoli e Torino – già segnate da un’accelerazione del riscaldamento globale. A lanciare l’allarme è il nuovo report del Wwf ‘Adattamento alla crisi climatica in ambito urbano: ripensare le città come sistemi viventi di natura e persone’, presentato in occasione di Urban Nature 2025, il festival della natura in città. Lo studio, curato da esperti di ambiente, sanità, governance e urbanistica, ribadisce che “adattare le città al rischio climatico non è più un’opzione, ma una necessità”. Le cosiddette nature-based solutions, come spiega il documento, indicano la via: creare zone cuscinetto, rendere gli insediamenti più resilienti, usare la natura per rispondere alla natura.
Tra le proposte emerge l’istituzione anche in Italia di Città Parco Nazionali, sul modello di Londra, Adelaide, Breda e Chattanooga, dove verde e aree naturali diventano parte integrante della pianificazione urbana e della crescita della biodiversità. Accanto a questo, il WWF indica la strada di un housing sociale climatico, con quartieri progettati per la resilienza e la coesione sociale, attraverso criteri obbligatori di efficienza energetica e processi partecipativi dal basso.

Urgenze e contraddizioni

“Viviamo una contraddizione – osserva Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia di Wwf Italia –: di clima si parla sempre meno nel dibattito pubblico, mentre la crisi avanza. Gli impatti non colpiscono tutti allo stesso modo: i più vulnerabili hanno meno mezzi per reagire”. Midulla richiama anche l’urgenza di attuare il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico, approvato a fine 2023 ma rimasto fermo nei cassetti. Il report affronta anche il tema della maladaptation, definito dall’Ipcc come l’effetto perverso di azioni che, invece di ridurre i rischi climatici, finiscono per aumentarli. Per evitarlo, servono politiche integrate e trasversali, risorse adeguate e un forte coinvolgimento di cittadini e stakeholder. L’adattamento, sottolinea il wwf, “non può essere un ghetto ma deve permeare tutte le politiche pubbliche e private”.

La festa della natura in città

Il 4 e 5 ottobre torna Urban Nature, il festival diffuso organizzato dal Wwf, con circa cento eventi in tutta Italia. Passeggiate, laboratori, attività nei musei scientifici e negli orti botanici animeranno il weekend, culminando con l’evento centrale all’Orto Botanico di Roma. Un’occasione, ricorda l’associazione, per ricordare che la salute degli ecosistemi naturali è la nostra migliore garanzia per il futuro.

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