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Olio. Inizia la raccolta, produzione in crescita del 30%. Nel Sud c’è il record Nord e Centro in difficoltà

Granieri (Unaprol): nuovo decreto, finisce l’epoca delle olive senza nome e senza provenienza
martedì, 23 Settembre 2025
1 minuto di lettura

Sarà una buona annata sotto il profilo della crescita che si attesterà su un più 30% ma solo al Sud, altrove il maltempo ha pregiudicato le produzioni. È partita in tutta Italia la nuova campagna di raccolta delle olive, che promette una netta ripresa rispetto al 2024, segnato dalla siccità. Secondo l’analisi congiunta di Unaprol, Coldiretti e Foa Italia, la produzione nazionale di olio dovrebbe attestarsi intorno alle 300mila tonnellate, con un +30% rispetto allo scorso anno.

Dove c’è più produzione

“Si tratta di stime iniziali, da confermare in base all’andamento climatico delle prossime settimane”, spiegano Unaprol, Coldiretti e Foa Italia, “A trainare la crescita è il Sud . La situazione più positiva arriva dal Mezzogiorno, dove si prevede un incremento produttivo tra il 30% e il 40% grazie alle piogge estive che hanno salvato la fioritura compromessa in primavera. Puglia e Calabria, da sole, rappresentano oltre il 60% della produzione nazionale”.

Le criticità al nord e al centro

Non ovunque però il quadro è roseo. “Nel Nord Italia crollo stimato del 40% a causa del maltempo”, fa presente la Coldiretti, “Centro Italia situazione disomogenea, con cali medi del 10-15%. La novità: olive registrate entro 6 ore La campagna 2025 si apre con una novità epocale per la tracciabilità. Un decreto – fortemente sostenuto da Coldiretti e Unaprol – impone l’obbligo di registrare i movimenti delle olive entro 6 ore dall’acquisto, senza interruzioni”.

Nome e provenienza, si cambia

“Con questo decreto si chiude l’epoca delle olive senza nome e senza provenienza”, evidenzia David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Unaprol, “Con questo decreto si chiude definitivamente l’epoca delle olive senza nome e senza provenienza, e si apre una nuova fase fondata sulla trasparenza, sulla responsabilità e sulla valorizzazione del prodotto italiano. L’aumento di produzione non deve però distogliere dall’urgenza di investimenti in infrastrutture, ricerca e innovazione in tutte le aree del Paese”, prosegue Granieri, “Serve implementare piani di sviluppo che garantiscano al comparto olivicolo italiano la resilienza necessaria ad affrontare le crescenti e imprevedibili sfide climatiche future. L’obiettivo rimane quello di sostenere tutti i produttori e rafforzare la posizione di eccellenza dell’olio extra vergine d’oliva italiano sui mercati globali”.

Una eccellenza italiana

L’olio d’oliva rappresenta una eccellenza del Made in Italy agroalimentare: circa 400mila aziende agricole attive; 250 milioni di piante e 533 varietà autoctone, il patrimonio di biodiversità più ampio al mondo; leadership europea con 43 Dop e 7 Igp, il maggior numero di oli extravergini certificati.
Un tesoro che il settore intende difendere con regole più severe e maggiore valorizzazione sui mercati internazionali.

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