Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha nominato venerdì sera un suo stretto collaboratore della Casa Bianca, l’avvocato federale William Pulte, come nuovo procuratore capo degli Stati Uniti con l’incarico di indagare sulla procuratrice generale di New York, Letitia James. La mossa arriva dopo il licenziamento di Erik Siebert, il precedente titolare dell’indagine, accusato dal presidente di non aver “fatto abbastanza” per perseguire James e l’ex direttore dell’FBI James Comey. Pulte, già responsabile della Federal Housing Finance Agency e figura vicina al presidente, è noto per le sue posizioni aggressive in materia di giustizia e per aver sostenuto pubblicamente la necessità di “ripulire il sistema da chi lo usa per fini politici”. La sua nomina ha immediatamente sollevato critiche da parte dell’opposizione democratica, che accusa Trump di voler politicizzare la magistratura e intimidire i suoi avversari. Letitia James, da tempo nel mirino del presidente per le sue indagini sulla Trump Organization e per aver avviato procedimenti per frode contro l’ex presidente, ha definito la nomina “un abuso di potere senza precedenti”. In una nota ufficiale, il suo ufficio ha dichiarato che “nessuna intimidazione fermerà il lavoro della giustizia”. Secondo fonti interne all’amministrazione, la ministra della Giustizia Pam Bondi e il suo vice Todd Blanche avevano inizialmente difeso Siebert, ma hanno poi appoggiato la nomina di Pulte per “garantire maggiore determinazione nell’azione investigativa”. La Casa Bianca ha ribadito che l’indagine su James è “una questione di trasparenza e legalità”, mentre i repubblicani più moderati temono che l’escalation possa danneggiare l’immagine dell’amministrazione a poche settimane dalle elezioni di midterm. Il clima politico si fa sempre più teso, e la nomina di Pulte segna un nuovo capitolo nella lunga battaglia tra Trump e la magistratura di New York.
