Migliaia di lavoratori francesi sono scesi in piazza in tutto il Paese per protestare contro i piani di taglio al bilancio annunciati dal governo. Lo sciopero, indetto dai principali sindacati tra cui CGT, FO e Sud Solidaires, ha coinvolto il settore pubblico e privato, con forti ripercussioni su trasporti, istruzione e sanità. A Parigi, la metropolitana ha funzionato a singhiozzo, mentre diverse linee ferroviarie regionali sono state cancellate. Le scuole hanno registrato un’adesione allo sciopero superiore al 40%, secondo il ministero dell’Istruzione, e molti ospedali hanno operato con personale ridotto. Cortei si sono svolti anche a Marsiglia, Lione, Nantes e Tolosa, con slogan contro “l’austerità mascherata” e “la distruzione dei servizi pubblici”. Il governo di Élisabeth Borne ha annunciato una manovra da 20 miliardi di euro per contenere il deficit, che ha superato il 5% del PIL. Tra le misure previste: congelamento delle assunzioni nella pubblica amministrazione, revisione dei sussidi energetici e riduzione dei fondi per le autonomie locali. “Non possiamo continuare a spendere come se non ci fosse un domani,” ha dichiarato il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, difendendo la necessità di “responsabilità fiscale”. I sindacati accusano l’esecutivo di colpire i lavoratori mentre aumentano le spese militari e i benefici alle imprese. “Questi tagli non sono inevitabili, sono una scelta politica,” ha detto Philippe Martinez, ex leader della CGT, presente alla manifestazione parigina. La protesta arriva in un clima già segnato dalle tensioni per la riforma delle pensioni e il caro vita. Secondo gli analisti, il governo rischia di riaccendere un fronte sociale che sembrava sopito dopo le mobilitazioni dei gilet gialli. E mentre le piazze si riempiono, la Francia si interroga sul prezzo della disciplina di bilancio.
