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400mila sfollati da Gaza City. Israele accelera l’offensiva di terra, Ong parlano di genocidio

mercoledì, 17 Settembre 2025
1 minuto di lettura

Circa 400.000 palestinesi hanno lasciato Gaza City nelle ultime ore, evacuando verso sud in altre zone della Striscia. È la nuova stima diffusa dalle Forze di difesa israeliane, che da due giorni hanno lanciato l’operazione di terra Carri di Gedeone 2 con l’obiettivo dichiarato di “stanare i miliziani di Hamas”. Prima dell’inizio delle operazioni, la città contava circa un milione di abitanti.
Le autorità israeliane hanno aperto corridoi per consentire l’evacuazione dei civili: la strada costiera di Rashid è già satura di sfollati, e da oggi a mezzogiorno fino a venerdì sarà disponibile anche l’arteria di Salah al-Din, principale autostrada nord-sud di Gaza. Sul terreno sono impegnate due Divisioni delle Idf, con una terza in arrivo nei prossimi giorni. Secondo fonti militari, l’operazione potrebbe durare dai due ai tre mesi, mentre la bonifica completa dell’area dai combattenti di Hamas richiederà tempi più lunghi. Secondo Israele, il centro nevralgico dell’organizzazione si troverebbe a Gaza City, dove sarebbe nascosto anche il comandante militare Izz ad-Din Haddad all’interno della rete di tunnel. L’intelligence israeliana stima la presenza di circa 2.500 miliziani, ma il numero sarebbe in crescita grazie a reclutamenti locali e all’arrivo di rinforzi da altre zone della Striscia.

Vittime civili e accuse internazionali

Il bilancio delle vittime continua a crescere: secondo fonti sanitarie di Gaza citate da Al-Jazeera, dall’alba di oggi almeno 33 persone sono state uccise, di cui 21 nella sola Gaza City. Contro l’offensiva israeliana si sono schierate 22 organizzazioni non governative internazionali, tra cui Save the Children, ActionAid e Anera, che in un comunicato congiunto accusano Israele di star commettendo un “genocidio”, richiamandosi anche a una recente relazione della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite.
Quello che vediamo a Gaza non è solo una catastrofe umanitaria senza precedenti, ma un genocidio”, si legge nella nota delle Ong. “Abbiamo incontrato bambini così traumatizzati dagli attacchi aerei che non riescono a dormire o a parlare, famiglie costrette a mangiare cibo per animali e a bollire foglie per sfamare i propri figli”.
Le organizzazioni chiedono agli Stati membri dell’Onu di “utilizzare ogni strumento politico, economico e giuridico” per fermare l’offensiva, denunciando che la Striscia è stata “deliberatamente resa inabitabile”.

Blackout delle comunicazioni

Intanto l’Autorità palestinese per le telecomunicazioni ha denunciato che i bombardamenti israeliani hanno colpito le principali linee di rete nel nord della Striscia, causando il collasso di internet e telefonia. Gaza resta così in gran parte isolata dal mondo esterno, complicando ulteriormente i soccorsi e la comunicazione tra gli sfollati.

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