È di almeno 50 vittime il bilancio dell’incendio che domenica ha colpito un’imbarcazione con a bordo 75 rifugiati sudanesi al largo delle coste libiche. A renderlo noto è stata l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che ha precisato di aver fornito supporto medico a 24 sopravvissuti. La notizia arriva mentre si moltiplicano i racconti di traversate disperate. Lunedì, fonti mediatiche sudanesi hanno riferito di un ulteriore naufragio: 11 cittadini sudanesi hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere la Grecia, partendo dalla città costiera libica di Tobruk.
Il quotidiano ‘Al-Mashhad Al-Sudani’ ha pubblicato i nomi delle vittime del secondo incidente: nove provenivano da Al-Asilat, a est del Nilo, uno da Al-Dabba e un altro da Al-Manaqil.
Il contesto migratorio in Libia
Secondo i dati diffusi dall’Oim, fino a febbraio 2025 in Libia risiedevano 867.055 migranti, appartenenti a 44 diverse nazionalità. Il Paese nordafricano, crocevia di rotte migratorie verso l’Europa, continua a essere uno dei principali punti di partenza per chi tenta di attraversare il Mediterraneo in condizioni precarie e spesso mortali.