“Ho incontrato l’ambasciatore russo come decine di altri ambasciatori. Del resto ero invitato come altri ministri alla festa delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina”. Così il Vicepremier Matteo Salvini, ha risposto alle polemiche nate dopo il suo saluto con l’Ambasciatore russo Alexey Pomorov, durante un ricevimento all’ambasciata cinese a Roma. “C’erano amici parlamentari del Pd, di FdI e di Forza Italia; c’erano ambasciatori e diplomatici. Quando vai ospite a casa di qualcuno lo saluti o te ne vai? Ho salutato l’ambasciatore russo, ma anche lo spagnolo e tanti altri, come è giusto che sia se vuoi avere buone relazioni. Preferisco una stretta di mano che uno sguardo rabbioso”, ha aggiunto Salvini in un’intervista a Telelombardia.
Il nodo San Siro
Il leader della Lega è intervenuto anche sulla delibera relativa alla vendita dello stadio di San Siro a Milan e Inter, attesa oggi in giunta a Palazzo Marino. “Ad ora ne sappiamo poco e nulla, e lo stesso vale per i consiglieri comunali. Votare ad occhi chiusi qualcosa di cui non conosci approfonditamente i contenuti non penso sia giusto, soprattutto in un momento segnato da inchieste su edilizia e urbanistica, da blocchi di palazzi e arresti”, ha spiegato. Salvini ha ricordato come siano stati “persi cinque anni di tempo e un miliardo di investimenti”. E ha sottolineato che con le Olimpiadi Milano-Cortina “l’approccio è stato diverso: le cose si stanno facendo e per Milano, la Lombardia e la Valtellina rimarrà tanto sul territorio”.
Banche e famiglie italiane
Nel corso dell’intervista Salvini ha affrontato anche il tema del contributo delle banche in un momento di difficoltà economica: “Io penso che tutti debbano fare la loro parte. Riequilibrare una parte di questi enormi guadagni redistribuendo tra famiglie e italiani indebitati è utile per il Paese”, ha spiegato.
Il Ministro dei Trasporti ha ricordato che nel 2023 gli istituti di credito hanno realizzato 46,5 miliardi di utili: “Se il 2025 si chiudesse con le banche che, invece di 46,5 miliardi, ne guadagnano 43, non credo che ci sarebbe disperazione in Borsa o nella City. Per una banca quei milioni non cambiano la vita, mentre possono cambiare la vita a milioni di italiani che hanno una cartella esattoriale sulle spalle».
«Io sono un liberale e quindi per togliere le tasse – ha concluso – ma in questo momento, in cui tanti italiani fanno sacrifici, un contributo straordinario mi sembra giusto”.