In un momento di crescente tensione geopolitica nell’Indo-Pacifico, Australia e Papua Nuova Guinea hanno annunciato la firma imminente di un trattato bilaterale di difesa, volto a rafforzare la cooperazione militare e contrastare l’influenza crescente della Cina nella regione. L’intesa, presentata in conferenza stampa dal ministro della Difesa australiano Richard Marles e dal suo omologo papuano Billy Joseph, è stata definita “storica e necessaria”. Il patto prevede esercitazioni congiunte, scambio di intelligence, supporto logistico e la possibilità per Canberra di intervenire in caso di crisi interna nella Papua Nuova Guinea. Un accordo che, secondo gli analisti, mira a consolidare la posizione australiana nel Pacifico meridionale, dove Pechino ha investito miliardi di dollari in infrastrutture, ospedali e progetti strategici negli ultimi dieci anni. La Cina, che ha già stretto legami con le Isole Salomone, Kiribati e Nauru, ha reagito con preoccupazione, accusando l’Australia e i suoi alleati del patto AUKUS di alimentare la proliferazione nucleare e di destabilizzare la regione. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha criticato apertamente l’accordo, definendolo “una provocazione che viola lo spirito del trattato del Pacifico meridionale”. Il governo australiano, tuttavia, insiste sulla natura difensiva dell’intesa. “Non si tratta di contenere nessuno, ma di proteggere la sovranità e la stabilità dei nostri vicini,” ha dichiarato Marles. Il patto sarà formalizzato entro la fine dell’anno, con una cerimonia prevista a Port Moresby. L’accordo segna un punto di svolta nelle relazioni tra le due nazioni e potrebbe diventare un modello per future alleanze regionali. In un’area sempre più contesa, la diplomazia si intreccia con la sicurezza, e il Pacifico si conferma uno dei principali teatri della competizione globale.
