È stata una notte di bombardamenti intensi quella appena trascorsa sulla Striscia di Gaza. L’Aeronautica israeliana ha colpito numerosi obiettivi riconducibili al gruppo terroristico Hamas, aprendo la strada a una nuova fase del conflitto. Due funzionari israeliani hanno confermato questa mattina alla Cnn che è iniziata l’invasione via terra di Gaza City, già approvata dal governo di Tel Aviv a metà agosto. Secondo le fonti, le manovre delle Forze di difesa israeliane (Idf) sono cominciate alla periferia della città, in aree dove l’esercito stava lavorando alla distruzione di alcuni grattacieli. Uno dei funzionari ha precisato che l’ingresso via terra sarà “graduale” nelle fasi iniziali dell’operazione.
L’avanzata israeliana ha provocato un imponente movimento di civili. Una fonte della sicurezza, citata dall’emittente pubblica Kan, ha riferito che la popolazione è stata evacuata preventivamente dalle zone dove si muoveranno le truppe. Tuttavia, l’asse di Al-Rashid – l’unica arteria che consente alla popolazione di dirigersi verso sud – è congestionato dal flusso di sfollati.
Le dichiarazioni da Tel Aviv
Secondo le stime delle Idf, ieri sera oltre 350.000 persone hanno lasciato Gaza City. Dopo la nuova ondata di attacchi notturni, migliaia di altri residenti hanno abbandonato le proprie abitazioni. Le autorità di sicurezza ritengono che il ritmo delle evacuazioni crescerà con l’avanzare dell’operazione. Il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ribadito la determinazione del governo: “Gaza sta bruciando. Le Idf stanno colpendo con il pugno di ferro le infrastrutture terroristiche e i soldati combattono coraggiosamente per creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas. Non ci tireremo indietro finché la missione non sarà completata.”
L’operazione, denominata Carri di Gedeone 2, è entrata così nel vivo.
L’angoscia delle famiglie degli ostaggi
In parallelo, il Quartier generale delle famiglie per il ritorno dei rapiti ha diffuso una nota carica di apprensione: “Questa notte potrebbe essere l’ultima notte nella vita dei rapiti che stanno sopravvivendo con grande difficoltà, e l’ultima in cui sarà possibile localizzare e restituire i morti per una degna sepoltura”. La crisi tiene alta anche l’attenzione internazionale. Ieri sera, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivolto un avvertimento diretto a Hamas: “Non usi gli ostaggi come scudi umani o tutto sarà possibile”.